«Siamo stupiti e amareggiati – dice Mariapia Bianchi, referente Agriturist per il Fvg (organizzazione di settore di Confagricoltura) – della grave anomalia contenuta nel decreto 24 gennaio 2024 – di attuazione del Decreto Mipaaf del 4 luglio 2022 recante i criteri e le modalità di utilizzazione del “Fondo di parte capitale per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano” -, che inserisce tra i soggetti beneficiari solo le attività di ristorazione con codice Ateco 56.10.11, ma non quelle connesse alle aziende agricole: codice Ateco 56.10.12».
Con uno stanziamento di 76 milioni di euro il ministero delle Politiche Agricole mira a valorizzare il patrimonio enogastronomico italiano precludendo l’accesso ai fondi proprio alle aziende agricole e agrituristiche. «Un non senso che assume caratteristiche straordinarie di fronte alle tanto sbandierate convinzioni della necessità di sostenere il cibo “Made in Italy” e le filiere corte e locali. Intanto all’atteso click day previsto per l’1 marzo (a cui possono partecipare pure i ristoranti etnici), anche i 711 operatori agrituristici del Fvg non potranno usufruire di tale opportunità. «Proprio queste aziende che somministriamo alimenti autoprodotti e tipici, che hanno a cuore il territorio d’origine di prodotti famosi in tutto il mondo», aggiunge Bianchi.
Agriturist Fvg e Confagricoltura Fvg chiedono dunque con forza, di inserire tra i soggetti beneficiari le attività di ristorazione connesse alle aziende agricole (codice Ateco 56.10.12), in virtù dell’effettivo lavoro svolto dagli agriturismi nel promuovere sapori e saperi locali soprattutto nelle aree rurali, oggi meta sempre più ambita dai turisti anche stranieri.
Nel 2022, primo anno di applicazione del suddetto Decreto, fu apportata tale correzione su richiesta di Agriturist sicché molti agriturismi riuscirono a presentare con successo le domande di agevolazione: nel 2023 la richiesta rimase inascoltata. E nel 2024?
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