Sono più di 14mila i lavoratori della cooperazione sociale in Friuli VG interessati dalla trattativa in corso a livello nazionale per il rinnovo del Ccnl di settore. Confcooperative e Legacoop stimano un aumento del costo del lavoro “significativo”, spinto anche dalla dinamica inflattiva.
«Il rinnovo è certamente dovuto ai lavoratori e alle lavoratrici delle cooperative sociali che hanno subito in questi anni gli effetti dell’inflazione sul loro potere d’acquisto, e va riconosciuto come elemento qualificante per il settore, nonché priorità per la valorizzazione e la tutela dei lavoratori. Ma se i contratti pubblici non vengono adeguati si rischia un drammatico squilibrio tutto a carico dei conti delle cooperative», commentano Paolo Felice e Luca Fontana, rispettivamente presidenti di Legacoopsociali Fvg e di Federsolidarietà Confcooperative Fvg.
L’allarme delle centrali cooperative è rivolto alla tenuta economica delle realtà interessate: al rinnovo del contratto della cooperazione sociale devono assolutamente corrispondere adeguati stanziamenti da parte delle istituzioni, Regione ed enti locali, innanzitutto, in modo da garantire l’effettiva revisione dei prezzi in fase di esecuzione dei contratti.
Con 7,2 milioni di assistiti le 15mila cooperative sociali attive nel nostro Paese si prendono cura del 12% della popolazione rappresentando, di fatto, la spina dorsale del welfare italiano. E l’occupazione è in grande misura composta da donne e giovani. Gli occupati nelle cooperative sociali sono oltre 480mila, più del 50% è donna, 50mila posti sono stati creati nell’ultimo quinquennio. Gli occupati alle prese con qualche forma di svantaggio (fisico, psichico e sociale) sono 78mila (40mila i soggetti svantaggiati, 18mila disabili e oltre 20mila soggetti con altre gravi situazioni di disagio). In Friuli VG le cooperative sociali sono oltre 200 con 14.500 addetti di cui circa 800 in situazione di svantaggio.
«L’incremento dei costi a carico delle cooperative sociali – incremento che, tra aumenti tabellari e impatto del rinnovo su inquadramenti e altri istituti contrattuali, potrebbe essere piuttosto significativo – impatta direttamente sulla sostenibilità economica di molti servizi in ambito sociale e sociosanitario garantiti dalla cooperazione sociale nella nostra Regione, qualora le Pubbliche Amministrazioni non riconoscano i necessari e proporzionali adeguamenti dei corrispettivi contrattuali», precisano Felice e Fontana. «È un tema sul quale abbiamo già acceso l’attenzione delle istituzioni regionali», fanno sapere le due centrali cooperative, che non nascondono però molta preoccupazione per i prossimi mesi.
«Il rischio concreto è che l’aumento del rinnovo del CCNL rimanga a carico del settore della cooperazione sociale con contraccolpi, inevitabili, anche sul sistema di welfare regionale, già ampiamente “stressato” dalla carenza di personale educativo e sociosanitario. Situazione che il settore della cooperazione sociale sta subendo, in molti casi, anche per i contratti sottoscritti con il vecchio Codice dei Contratti Pubblici. Da qui la nostra richiesta di prevedere un adeguamento a seguito dell’aumento dei costi determinato dal rinnovo del CCNL nazionale», spiega Fontana.
«Allo stesso tempo – gli fa eco Paolo Felice – le gare di prossima pubblicazione (della Regione e degli enti locali) dovrebbero prevedere basi d’asta congrue e in linea con i nuovi costi del personale, presupposto essenziale per il mantenimento degli standard di qualità dei servizi».
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