Prezioso ritrovamento ad Aquileia: riportate alla luce tre monete d'oro risalenti al IV secolo

Tre monete d’oro imperiali del IV secolo scoperte ad Aquileia dagli archeologi dell’Università di Verona nel mercato tardoantico.

11 novembre 2025 12:47
Prezioso ritrovamento ad Aquileia: riportate alla luce tre monete d'oro risalenti al IV secolo -
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AQUILEIA (UD) — Tre monete d’oro risalenti alla fine del IV secolo d.C., coniate dagli imperatori Valente, Magno Massimo e Arcadio, sono riemerse dal sottosuolo dell’antica città romana grazie alla nuova campagna di scavo condotta dall’Università di Verona – Dipartimento di Culture e Civiltà, diretta da Patrizia Basso in collaborazione con Diana Dobreva.

Le attività, realizzate con concessione ministeriale e in accordo con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, si inseriscono nel quadro dell’intesa scientifica e finanziaria con la Fondazione Aquileia, che dal 2018 sostiene con continuità il progetto di ricerca.

Un tesoro sepolto nel mercato di Aquileia tardoantica

Le tre monete, di altissimo valore storico e simbolico, sono state rinvenute sotto il piano pavimentale del portico di uno degli edifici del mercato tardoantico, nell’area del Fondo ex Pasqualis, a sud-est della città. Secondo gli archeologi, si tratterebbe di nominali rari, probabilmente doni imperiali destinati a membri della corte e tesaurizzati in un momento di pericolo, mai più recuperati.

Il ritrovamento conferma l’importanza dell’area mercantile di Aquileia, uno dei principali centri economici dell’Impero romano, e apre nuove prospettive di studio sulle dinamiche commerciali e politiche del IV secolo d.C.

Nuove scoperte per la storia della città

La campagna di scavo, durata tre mesi, ha coinvolto una ventina di studenti, dottorandi e ricercatori italiani e stranieri, impegnati su oltre 800 metri quadrati di terreno mai indagato prima.

Le indagini hanno permesso di individuare una complessa stratificazione archeologica che documenta la frequentazione dell’area già dalla fine del I secolo d.C.. Tra i reperti più significativi spicca una serie di 19 anfore, aggiuntesi alle 23 scoperte nel 2024, verosimilmente utilizzate per drenaggio e consolidamento del terreno. Questi elementi fanno pensare a magazzini e banchine fluviali collegati a un antico porto commerciale, situato lungo un ramo più ampio del fiume Natissa rispetto a quello oggi visibile.

Le nuove evidenze suggeriscono che il porto fluviale di Aquileia si estendesse ben oltre il settore occidentale già noto, confermando la vocazione mercantile e marittima dell’antica colonia romana.

La vita del mercato e i resti del passato

Gli archeologi hanno inoltre completato lo scavo della strada acciottolata che attraversava il complesso mercantile, emersa nelle campagne 2023 e 2024, e che collegava il decumano nord agli edifici adibiti a vendita e stoccaggio di cereali, carni, verdure e frutta. I solchi delle ruote ancora visibili testimoniano il traffico di carri e avventori che animava quotidianamente il mercato.

Le indagini sul crollo del portico occidentale di uno degli edifici hanno inoltre restituito numerose cariossidi di cereali combuste, preziose per lo studio dell’alimentazione nell’Aquileia tardoantica.

Ma l’area non fu abbandonata con la fine del mercato: gli scavi hanno messo in luce strutture abitative e produttive sorte sui livelli di crollo e una nuova strada che ripercorreva il tracciato originario. Il rinvenimento di sepolture prive di corredo, ora in corso di datazione al C14, attesta una continuità di vita anche dopo la distruzione del complesso commerciale.

Un cantiere aperto alla comunità

Durante tutta la campagna, lo scavo è rimasto aperto al pubblico, con visite guidate quotidiane condotte dagli studenti veronesi. Due open day, il 14 giugno e il 27 settembre, organizzati dalla Fondazione Aquileia con la Soprintendenza e il Museo Archeologico Nazionale, hanno permesso a centinaia di visitatori di scoprire da vicino le nuove scoperte.

«Questi risultati – sottolinea la direttrice Patrizia Basso – rappresentano un passo fondamentale per la conoscenza del tessuto urbano e commerciale di Aquileia, ma anche un esempio virtuoso di ricerca condivisa, valorizzazione del territorio e formazione sul campo».

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