In un contesto dove l’agricoltura di montagna rappresenta il pilastro della vita nelle comunità alpine, garantendo sostentamento, cibo, modellando il paesaggio, incentivando il turismo e preservando tradizioni e saperi, la notizia del taglio drastico all’indennità compensativa rappresenta un duro colpo per gli agricoltori di regioni come il Friuli Venezia Giulia. Franco Clementin, presidente di Agricoltori Italiani Fvg-Cia, pone l’accento su una crisi che non è solo economica, ma anche sociale e culturale, evidenziando come la sopravvivenza stessa delle aziende agricole montane sia messa a rischio da decisioni politiche e burocratiche distanti dalla realtà del campo.
Indennità Compensativa: Un Sostegno Vitale ora Minacciato
L’indennità compensativa rappresenta una forma di sostegno finanziario cruciale per le aziende operanti in aree svantaggiate, come quelle montane, dove i costi di produzione superano notevolmente quelli delle aree più accessibili, a causa di condizioni naturali avverse e una scarsità di infrastrutture. Questo tipo di indennità aiuta a compensare i maggiori costi e i minori ricavi, permettendo agli agricoltori di continuare a coltivare terre che altrimenti sarebbero state abbandonate, preservando così il paesaggio e le tradizioni locali.
Una Crisi Annunciata: Le Conseguenze dei Tagli
La riduzione dell’indennità, in alcuni casi oltre il 50%, minaccia seriamente la sopravvivenza delle aziende agricole, in particolare nella regione della Carnia, dove la situazione è già precaria. Clementin evidenzia come questa decisione sia il risultato di “fattori tecnici e burocratici” e di una “miopia della Comunità Europea”, che non tiene conto delle realtà specifiche dell’agricoltura di montagna. La riduzione dei fondi non solo mette in pericolo l’agricoltura in queste aree, ma rischia anche di erodere il tessuto sociale e culturale delle comunità alpine.
Un Appello alla Politica: Azioni Concrete Richieste
La situazione ha spinto la Cia Fvg a sollecitare un intervento urgente da parte delle autorità regionali e nazionali. L’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Stefano Zannier, e il ministro Francesco Lollobrigida sono stati chiamati ad agire per “riparare, almeno in parte, alle storture create dagli euroburocrati”. La critica verso le decisioni prese a Bruxelles è incisiva: Clementin sottolinea come l’agricoltura sembri “tremendamente facile” quando si è distanti migliaia di chilometri dalla realtà del campo, evidenziando una disconnessione tra le politiche agricole europee e le necessità concrete delle comunità agricole.
Conclusione: Tra Speranza e Impegno per il Futuro
L’agricoltura di montagna si trova a un bivio critico, dove la sopravvivenza di molte aziende dipenderà dalla capacità delle istituzioni di riconoscere e agire in base alle esigenze specifiche di queste comunità. La crisi attuale richiede non solo un ripensamento delle politiche agricole a livello europeo, ma anche un impegno concreto a livello locale e nazionale per sostenere chi lavora quotidianamente nelle terre alte, tra difficoltà naturali e sfide economiche. Solo attraverso un dialogo costruttivo e azioni mirate sarà possibile garantire un futuro sostenibile per l’agricoltura di montagna, pilastro fondamentale delle nostre comunità alpine.
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