Il pane da sempre è un alimento alla base della dieta degli italiani, che ne fanno un consumo piuttosto abbondante da Nord a Sud. Tuttavia, come dimostrato anche da alcuni report degli ultimi anni, il rapporto tra gli italiani e il pane sta gradualmente mutando. Nel periodo della pandemia i comportamenti dei consumatori sono molto cambiati. Piuttosto che acquistare pane fresco, i consumatori in quel particolare contesto hanno preferito optare per prodotti con un periodo di vita più lungo.
Il motivo è da ricercare forse nella paura di contagio, che ha spinto le persone ad acquistare prodotti a lunga conservazione proprio per evitare di uscire quotidianamente da casa per acquistare il pane.
Dopo la fine della pandemia la situazione è tornata a normalizzarsi, anche se con delle differenze evidenti tra il Nord e il Sud. In particolare il Sud Italia, più legato alle tradizioni, continua a preferire pane fresco acquistato nelle panetterie o nei supermercati. Al Nord invece, dove c’è l’abitudine di mangiare sempre più spesso fuori casa, è molto diffuso il mercato del take away. La popolazione settentrionale quindi, consumando principalmente pasti take away in attività di ristorazione, tende ad acquistare meno pane fresco.
Nonostante queste differenze il pane continua a rappresentare un alimento quasi irrinunciabile sulle tavole degli italiani, anche se bisogna sottolineare alcuni cambiamenti nelle preferenze. Una piccola parte della popolazione, al pane fresco, preferisce il pane confezionato a lunga conservazione, ma anche taralli, crackers e altri prodotti simili che sono in leggera crescita in termini di consumo.
Da alcuni sondaggi è emerso un altro dato interessante: una buona parte degli intervistati ha dichiarato di prestare attenzione anche alla tipologia di farina usata. Allo stesso modo viene riservato un occhio particolare all’utilizzo di materie prime, che devono essere rigorosamente made in Italy. Cresce anche la percentuale di consumatori che prediligono pane o sostitutivi di origine biologica o con farine integrali, oppure prodotti senza glutine.
Alla luce di questi dati è sicuramente una buona idea aprire un panificio, tenendo però conto di questi dati che evidenziano come i consumatori prestano sempre più attenzione alla qualità e all’origine del pane. Un’attività del genere è quindi indicata per chi ha passione nel settore e per chi vuole fare le cose per bene.
E per fare le cose per bene è necessario capire quali sono i requisiti necessari, l’iter burocratico da seguire e i costi da sostenere per aprire un panificio. Per saperne di più basta cliccare qui per approfondire, una guida stilata da professionisti nel settore che spiegano passo dopo passo come muoversi per aprire un’attività del genere. È importante sapere che ci sono anche delle agevolazioni per determinate categorie di imprenditori che, con una piccola spinta, possono realizzare il sogno di aprire un panificio.
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