Dolomiti Mountain School, incontro a Socchieve: i rifugi da punti d'appoggio a mete vere e proprie

A Socchieve la IX edizione della Dolomiti Mountain School riflette sull’evoluzione dei rifugi alpini tra accoglienza e sostenibilità.

05 novembre 2025 08:54
Dolomiti Mountain School, incontro a Socchieve: i rifugi da punti d'appoggio a mete vere e proprie  -
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SOCCHIEVE (UD) – Si è conclusa al Centro Culturale Casa del Paesaggio di Socchieve la IX edizione della Dolomiti Mountain School, dedicata al tema “La trasformazione del rifugio da punto di appoggio a meta”. Un incontro che ha riunito studiosi, alpinisti, gestori di rifugi e docenti universitari per riflettere sulle trasformazioni delle terre alte e sul ruolo che i rifugi stanno assumendo nella montagna contemporanea.

Il rifugio come simbolo di accoglienza essenziale

A introdurre il confronto è stato Francesco Abbruscato, presidente del CAI Veneto, che ha riportato l’attenzione sull’essenza del rifugio alpino: “Deve tornare a essere un tetto, un letto e un pasto caldo”, ha sottolineato, evidenziando la necessità di recuperare il senso originario dell’accoglienza in quota.
Un messaggio che richiama la responsabilità di chi vive la montagna, invitando a superare la logica del turismo mordi e fuggi per ritrovare autenticità e rispetto per i luoghi.

Turismo e identità delle Dolomiti

L’antropologo Annibale Salsa, già presidente nazionale del Club Alpino Italiano, ha lanciato un monito chiaro: “Le Dolomiti rischiano di diventare un non-luogo, dove il turismo di massa cancella storia e specificità”. Salsa ha ribadito che non serve limitare la frequentazione, ma governare i flussi turistici con consapevolezza, per evitare la perdita d’identità dei paesaggi e delle comunità che li abitano.

Il rifugio diventa meta: ricerca e cambiamento culturale

Un contributo di rilievo è arrivato dal sociologo Lorenzo Migliorati dell’Università di Bergamo e dall’economista Francesco Marangon dell’Università di Udine, che hanno presentato la ricerca “Un Rifugio per Amico”.
Dallo studio emerge come il rifugio non sia più soltanto un punto di passaggio, ma una meta a sé stante, espressione del desiderio di natura, autenticità e ospitalità. La montagna si trasforma così in luogo di incontro tra esperienza, introspezione e comfort, segnando un profondo cambiamento socioculturale nel modo di viverla.

Dai pionieri agli ospiti di oggi

Secondo Stefano Sinuello, presidente onorario di Assorifugi FVG, l’evoluzione degli ultimi decenni è evidente: “Siamo passati dagli alpinisti ai turisti, spesso inconsapevoli o disinformati”.
Un passaggio che impone nuove riflessioni sulla gestione dei rifugi, sulla comunicazione con i visitatori e sulla necessità di garantire educazione e rispetto per l’ambiente montano. I rifugi, da semplici punti di riparo, diventano veri presidi culturali e di sensibilizzazione.

La montagna come specchio della modernità

Per lo storico Andrea Zannini dell’Università di Udine, il mondo dei rifugi riflette le trasformazioni più ampie della montagna contemporanea: “È un banco di prova per comprendere dove stia andando la montagna e come possano adattarsi i suoi protagonisti”.
Il rifugio, dunque, si fa metafora di una società in cambiamento, che cerca un equilibrio tra progresso, sostenibilità e tradizione, tra il bisogno di infrastrutture e il valore della lentezza.

Un progetto condiviso per le terre alte

La Dolomiti Mountain School è promossa dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine, la Fondazione Dolomiti UNESCO, la Magnifica Comunità di montagna Dolomiti Friulane, Cavallo e Cansiglio, la Comunità di montagna della Carnia, ASCA / Leggimontagna-Cortomontagna e il Parco Naturale Dolomiti Friulane.
Un’iniziativa che nel tempo si è affermata come luogo di confronto e formazione, dedicato a chi studia, vive o lavora in montagna, con l’obiettivo di diffondere una cultura del territorio consapevole e sostenibile.

Verso il decennale nel 2026

Con l’appuntamento di Socchieve si è chiusa una nona edizione ricca di spunti, che ha confermato il ruolo della scuola come punto di riferimento per la riflessione sul futuro delle Dolomiti.
L’appuntamento è ora fissato al 2026, quando la Dolomiti Mountain School celebrerà il suo decennale, proseguendo il percorso di dialogo tra scienza, cultura e montagna viva, per una nuova visione delle terre alte capace di unire tradizione e innovazione.

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