UDINE. Il caso di un disabile in carrozzina, Domenico Pellino, è una lente di ingrandimento sulle falle del sistema sanitario di Udine e, più in generale, della Regione Friuli Venezia Giulia. A dispetto di una recente iniezione di fondi da parte della Regione destinati a ridurre le liste d’attesa, Pellino si è visto fissare un esame di ecografia con un ritardo di ben sei mesi rispetto alla prescrizione medica. Ne avevamo parlato in un recente articolo dopo la denuncia dell’uomo.
La Legge Regionale 7 del 2009
Dopo essersi scontrato contro un muro di gomma, Pellino ha adoperato la legge regionale 7 del 2009 per richiedere un trattamento più rapido. Questa legge prevede che, in caso di superamento dei limiti temporali per l’erogazione delle prestazioni mediche, il paziente abbia diritto ad effettuare l’esame in un centro privato con relativo rimborso da parte del servizio sanitario. L’uomo aveva una richiesta medica urgente entro 10 giorni per una ecografia ai testicoli, un problema di salute che si è aggiunto alla sua già precaria situazione sanitaria.
Non sorprende che Pellino abbia rivolto la sua segnalazione ai social, a questa Testata e all’associazione dei Diritti del Malato, un’entità che si batte per il rispetto e la tutela dei diritti dei pazienti. Una segnalazione che ha fatto breccia, seppur con l’amaro in bocca per l’odissea burocratica vissuta.
L’azione dell’Azienda sanitaria
«Ieri pomeriggio, 26 settembre, – riferisce Pellino – mi hanno subito chiamato dall’ospedale dicendo che il Direttore ha letto del mio caso e che questa mattina mi chiameranno per darmi una nuova data anticipando l’appuntamento che prima era previsto a fine marzo 2024».
Insomma la “protesta” del disabile non è caduta nel vuoto. E se non avesse detto nulla accettando passivamente il primo appuntamento?
Il caso di Pellino apre un serrato dibattito sulla efficacia delle misure intraprese per ridurre le liste d’attesa. A quanto pare, i 10 milioni di euro stanziati dalla Regione Friuli Venezia Giulia, di cui 4 milioni destinati ad ASuFC, sembrano non avere ancora sortito l’effetto desiderato.
Il cambiamento è possibile?
Nonostante la risoluzione positiva della vicenda di Pellino, sorgono domande inevitabili: quanti altri cittadini si trovano in situazioni analoghe, obbligati a muoversi attraverso i meandri di un sistema spesso inefficiente? E quale sarà il futuro del sistema sanitario in una regione che cerca ancora il suo equilibrio?
Il caso di Domenico Pellino non è isolato e rappresenta un sintomo di un sistema sanitario che necessita di interventi urgenti e incisivi. Mentre l’attenzione si focalizza sulle liste d’attesa, è fondamentale non perdere di vista il diritto fondamentale del cittadino a un trattamento sanitario tempestivo ed efficace.
Se questa vicenda può insegnare qualcosa è che la vigilanza dei cittadini, sostenuta da una legislazione che li protegge, rimane un pilastro fondamentale per un sistema sanitario che ambisca all’eccellenza.
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