LIGNANO SABBIADORO. Marzo 2022, un periodo ancora segnato dalle restrizioni dovute alla pandemia di COVID-19, un noto imprenditore di Lignano Sabbiadoro si trova a dover affrontare un viaggio improvviso verso la Puglia, a causa della scomparsa del nonno. La partenza, già gravata dal dolore, si trasforma in un percorso a ostacoli quando, a bordo del treno direzione Bologna, si presenta la necessità di esibire non solo il biglietto ma anche il Green pass.
Il conflitto sul Green Pass: documenti e misure di sicurezza
Di fronte alla richiesta del Capo Treno, l’imprenditore presenta non solo il biglietto ma anche un certificato di esenzione medica dalla vaccinazione. Nonostante ciò, e pur essendo munito di mascherina e attento al rispetto del distanziamento sociale, il personale addetto al controllo non accetta la documentazione presentata e decide di farlo scendere dal treno. La situazione si complica con l’arrivo della Polizia Ferroviaria e la successiva contestazione che sfocia nell’elevazione di un verbale.
La difesa dei Diritti e l’intervento dello Studio Legale
Deciso a non accettare passivamente il verbale, l’imprenditore si rivolge allo Studio TUTINO di Udine per tutelare i propri diritti. Nonostante l’impugnazione del verbale e la richiesta di una audizione, la Prefettura di Bologna emette un provvedimento di pagamento che sembra ignorare le contestazioni sollevate.
La risposta della Prefettura di Bologna e la revoca dell’Ingiunzione
Una nuova istanza urgente viene presentata alla Prefettura, sottolineando come i diritti dell’imprenditore, tutelati dalla Costituzione Italiana, fossero stati lesi. Prendendo atto dell’errore, la Prefettura emette un nuovo provvedimento che ordina la revoca dell’ordinanza di pagamento della multa.
Nonostante il tempo trascorso, la vicenda rimane aperta, testimoniando la complessità delle dinamiche legali in un periodo straordinario che ha messo a dura prova i principi di libertà e legalità.
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