MERETO DI TOMBA – Al Kulturni Dom di Gorizia, oggi, martedì 13 giugno, l‘Associazione Armonie ha presentato il programma ufficiale di “Fevelis, festival di lingue antiche e musiche moderne”, in programma il 24 e 25 giugno a Mereto di Tomba. Un’edizione zero – promossa dall’Associazione Armonie, con il sostegno di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Associazione Inniò, Comune di Mereto di Tomba, Comune di Sedegliano, ARLeF – Agenzia regionale per la lingua friulana e numerosi altri soggetti pubblici e privati – che vedrà calcare il palco otto gruppi musicali provenienti dal territorio storico della Ladinia, ma che proporrà anche un’anticipazione musicale con gruppi dall’Austria e dalla Slovenia, buon cibo e altri eventi collaterali. Presenti per l’occasione, a raccontare gli intenti dell’iniziativa e il programma, c’erano il presidente dell’Associazione, Mattia Mestroni, il sindaco di Mereto di Tomba, Claudio Violino, e il direttore artistico di “Fevelis”, Leo Virgili.
IL PROGRAMMA – Il Festival prenderà il via sabato 24 giugno, alle 18.30, con una visita guidata del Castelliere, in località Savalons (Mereto di Tomba), a cui seguirà la camminata “Cjastelîr” (9km). Successivamente, sarà possibile godere di una cena a km0, preparata dalle Pro Loco Pais San Marc (antipasto), Pro Loco Tomba (primo), Pro Loco Mereto (secondo) e Pro Loco Pantianicco(dolce). Durante questa prima giornata della rassegna, il gruppo austriaco “Duo Klak” e lo sloveno “Samo & Barbara” si esibiranno per offrire un’esperienza davvero indimenticabile. Il secondo giorno del festival, domenica 25 giugno, sempre al Castelliere, ospiterà le esibizioni di diversi gruppi musicali, tra cui Cûr Di Veri, Ostaiki, Massimo Silverio, Martina Iori, Violoncelli Itineranti, Radio Zastava, Laipnessless, Širom. Gli spettacoli avranno inizio alle 16.30 e i chioschi saranno aperti fino alle 23.30.
FEVELIS, TRA CULTURA, STORIA E TRADIZIONE – Il presidente dell’Associazione Armonie, Mattia Mestroni, ha sottolineato il lungo impegno dell’associazione nella promozione della storia e della cultura dei piccoli borghi della regione. Il progetto “Fevelis” rappresenta un’occasione unica per superare i confini regionali e nazionali. «Il Castelliere – ha dichiarato – rappresenta infatti l’elemento di unione tra i popoli ladini, veneti, slavi e ogni altro popolo che abitava queste terre, nelle quali gli antenati comuni vivevano e interagivano, senza distinzioni nazionali o antropologiche. Il Festival permette ai discendenti di questo unico popolo di rincontrarsi in questo luogo tanto simbolico quanto suggestivo».
«Un cjastelîr protostoric di 3500 agns indaûr, suage ideâl pe culture dai popui ladins di vuê e di doman». In questo modo anche il sindaco di Mereto di Tomba, Claudio Violino, ha enfatizzato l’importanza di scegliere un luogo così significativo per accogliere il Festival. Il villaggio protostorico, risalente a 3500 anni fa, testimonia la continuità della presenza di una comunità in un territorio specifico; questo «per ribadire la volontà precisa di rilanciare un rapporto di amicizia tra tutte le popolazioni ladine dell’arco alpino attraverso la cultura e la musica. Il mosaico culturale del mondo è bello per i diversi colori delle tessere che lo compongono. I ladini, nelle varie componenti, sono tessere che, con le proprie sfumature culturali, contribuiscono alla bellezza complessiva del quadro e siamo orgogliosi di proporle in un confronto altamente civile» ha concluso.
Leo Virgili, direttore artistico del Festival, ha rimarcato come con Fevelis «nasce finalmente un evento che ci mette in contatto con i nostri ‘vicini di casa’». Nonostante i solidi rapporti commerciali e istituzionali tra il Friuli, l’Austria, la Slovenia e il Trentino Alto Adige, la strada per il superamento delle frontiere «è ancora lunga; credo che la cultura sia uno dei pochi strumenti che abbiamo per infrangere queste barriere. In questo senso Fevelis è sì, un festival culturale e musicale, ma anche e soprattutto un momento di festa popolare all’insegna dello scambio con chi ci sta vicino».
INFO E PRENOTAZIONI – L’ingresso agli eventi musicali è gratuito. Per la cena realizzata dalle proloco di Mereto di Tomba (costo 19€) e la visita guidata al Castelliere è invece necessaria la prenotazione. Per ulteriori informazioni e iscrizioni è possibile contattare l’Associazione Armonie all’indirizzo email eventi@associazionearmonie.it o il numero +39 329 8446662.
L’iniziativa è finanziata dalla L.R. 16/2014, art. 14, comma 2 – Avviso pubblico per la concessione di contributi a sostegno di iniziative progettuali riguardanti eventi, festival, stagioni o rassegne nel settore dello spettacolo dal vivo (musica, danza e prosa).
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BIOGRAFIE ARTISTI
CÛR DI VERI
Le musiche del polistrumentista e arrangiatore Leo Virgili, interpretate dalla giovanissima Nicole Coceancig, una delle voci più energiche ed ispirate degli ultimi anni in Friuli. A completare l’organico il virtuosismo e la sensibilità del violinista Davide Raciti. Un trio capace di compiere un viaggio al di là dell’oceano, unendo le melodie tipiche della musica friulana al tragico immaginario fatto di amori travagliati e vendette sanguinarie tipico del tango argentino. Il Trio Cûr di Veri rilegge i rispettivi repertori popolari friulano e sudamericano e li affianca ad una manciata di composizioni originali con arrangiamenti carichi di energia, prendendo il largo per una vera e propria emigrazione all’incontrario.
LAIPNESSLESS
Per spiegare cos’è la laipnessless bisogna scavare in quella percezione che nasce dentro quando pensiamo alle fredde case coloniche della bassa, a quella malinconia Bertolucciana intrisa di miseria, a quei cortili con gli animali immersi nella nebbia e nei canti del gallo nella bruma di novembre. Emigrare da quelle percezioni, fuggire da quelle terre, uscire da quegli schemi che incastrano chi vuole vedere il mondo portandosi sempre dentro quel dolce e tener grigiore è la laipnessless. La laipnessless è uno stato d’animo che si poteva percepire. È una parola che non esisteva e che solo ora che è stata creata si può usare per esprimere quella mesta sensazione.
MARTINA IORI QUINTET
A casa sua, nelle Dolomiti, Martina parla e canta il ladino, la sua lingua madre oltre a quella italiana. Innamorata della dolcezza e curiosità dei suoi suoni, ne viene ispirata e con naturalezza decide di crearci attorno la propria musica. Abbellisce le proprie radici con cura e gusto musicale, in un miscuglio di cantautorato, pop e jazz, suonando assieme ad artisti eccezionali quali Matteo Cuzzolin, Matteo Rossetto, Marco Stagni ed Enrico Tommasini. Parte così il viaggio nella musica in lingua minoritaria, salpando da Udine nel 2014 con la vittoria a SUNS, ormeggiando in Germania dove vincono il primo premio al Liet International, per poi viaggiare in Austria, Paesi Baschi, Svizzera e un po’ in giro per l’Italia. Violista classica di giorno e cantautrice di notte, porta con sé il suo primo album Amore e Buscofen registrato nel 2015.
MASSIMO SILVERIO
Massimo ha vissuto la maggior parte della sua vita tra le montagne della natia Carnia, nel nord-est italiano. Tra il fascino della terra di confine e la tradizione di un dialetto che è idioma antico, forma il suo personalissimo linguaggio che ritratta la musica moderna, il canto popolare e la poesia.
Questa espressività si incarna attraverso il suo primo EP intitolato ‘Ø’ (2020), seguito da ‘O’ (2021), due lavori che raccolgono canzoni scritte da Massimo molti anni prima e manifesti di una viscerale ricerca di tutto ciò che si trova al di fuori del tempo e dagli schemi di genere.
Una musica di profonda discesa nell’animo umano, nella desolazione e nei recessi dei sentimenti.
Il suo album d’esordio ‘Hrudja’ verrà pubblicato durante l’autunno 2023.
OSTAJKI
Gli Ostajki in sloveno “Rimasugli” sono quello che è rimasto di molteplici tentativi di gruppi
musicali transfrontalieri sospesi tra le Valli del Natisone e l’ Alta Valle dell’Isonzo – Posočje. Il gruppo parla e scrive in lingua slovena. Formatisi nel 2017, c’è voluta una pandemia per trovare loro un batterista ed una sala prove. Nel 2018 hanno vinto il prestigioso premio Aldo Klodič al Senjam Beneške Piesmi – Festival della canzone dialettale Slovena delle Valli del Natisone. Nell’estate 2020 in formazione acustica hanno partecipato all’edizione del SUNS organizzato in piazza Venerio a Udine. Nel maggio 2022 hanno partecipato alla nuova edizione Senjam Beneške Piesmi. Sempre nel 2022 hanno pubblicato il loro primo concept album ‘Pozabljene piesmi’ basato sui miti e leggende delle Valli del Natisone e Slovenia, disponibile online su tutte le principali piattaforme musicali. Dall’album è stato estratto un video musicale “Kje si doma?” visualizzabile su Youtube. Stanno programmando l’uscita di un nuovo album del quale hanno già avuto modo di presentare live alcuni brani, sia in lingua inglese che slovena, durante alcuni concerti nelle Valli del Natisone.
RADIO*ZASTAVA
Onirici, lisergici, eclettici, furiosi, irriverenti… I Radio*Zastava sono una formazione unica nel variegato panorama delle band europee di derivazione balcanica. Attivi dal 2005 e provenienti dalla multiculturale Gorizia, gli otto elementi sono portatori di un corredo genetico italiano, friulano, sloveno, austriaco, serbo-bosniaco. Pochi come loro sono in grado di coniugare la rigorosa conoscenza dei più intricati ritmi, armonie e melodie dell’Est Europa con una diversità di background musicali che spaziano dal rock al punk, dallo swing alla libera improvvisazione, dal reggae alle più disparate pulsioni elettroniche, il tutto impreziosito da una grande carica e teatralità.
Lineup: Nico Rinaldi (sax contralto) Gabriele Cancelli (tromba, voce) Leo Virgili (trombone, voce) David Cej (fisarmonica, voce) Predrag Pijunović (tapan) Stefano Bragagnolo (percussioni) Marco Kappel (helikon) Walter Grison (sax tenore e baritono).
ŠIROM
Crocevia ben posizionato dell’Europa centrale, dei Balcani e dell’Adriatico, la Slovenia possiede una topografia atavica ricca di montagne, foreste profonde e paesaggi carsici che suscitano evasione e ispirazione. Attingendo a questa geografia di contemplazione e di energia psichica, da un Paese precedentemente inghiottito dalla Jugoslavia e prima ancora, a distanza di secoli, dagli Imperi Romano, Bizantino e Austro-Ungarico, il trio sloveno composto da Iztok Koren, Ana Kravanja e Samo Kutin evoca un album esteso di trascendenza intuitiva e di riflessione dal suono unico The Liquified Throne of Simplicity.
VIOLONCELLI ITINERANTI
L’ensemble formato da tre violoncelli e voce propone un repertorio ampio e variegato che
comprende brani originali, di carattere jazzistico e folk rivisitati in chiave cameristica. La loro musica è permeata dalla costante ricerca di nuove possibilità tecniche e timbriche che, intessute alla voce di Andrejka, creano una sonorità importante e raffinata. Finaliste al Suns Europe 2022 e seconde classificate al Premio Alberto Cesa 2020 promosso dal festival Folkest a Spilimbergo, si sono distinte anche nella finale del Music Miela Contest 2021 con 65.000 visualizzazioni e menzione speciale.
Line-up: Irene Ferro-Casagrande, Carla Scandura violoncello; Andrejka Možina violoncello, canto, composizione.
DUO KLAK (AUSTRIA)
Stefan Kollmann e Markus Fellner lavorano insieme come duo klak da ormai undici anni. I due dischi pubblicati finora, “opus: Groove” (2014) e “Two Souls” (2017), che hanno ricevuto molti apprezzamenti da tutte le parti, hanno portato il duo carinziano in giro per l’estero e lo hanno reso uno dei gruppi più ricercati della scena musicale. Eleven è il terzo disco del duo. E, come ci si aspetta da questo duo, ancora una volta regala al suo pubblico un’ottima proposta musicale.
SAMO E BARBARA (SLOVENIA)
Il duo Samo e Barbara è composto dal chitarrista e cantante Samo Vovk e dalla violista Barbara Grahor Vovk. La musica del duo difficilmente può essere definita con una sola parola, poiché trae ispirazione da vari generi musicali come il jazz, il funk, la fusion, la musica popolare, cinematografica, classica e folk. Amano esplorare le dimensioni dei loro strumenti e, come autori di nuovi lavori e arrangiamenti, approfondire la loro voce artistica e sfumare i confini tra i generi musicali. Amano anche combinare arti diverse, trovando sempre nuove sfide e idee da dare al loro lavoro.
Il Castelliere di Savalons, un castelliere di perfetta pianura
Il castelliere di Savalons, insieme con la Tumbare situata nella frazione di Tomba, sono i siti protostorici presenti nel territorio comunale di Mereto di Tomba. Sopravvissuti allo scorrere del tempo sono la testimonianza della presenza dell’uomo in questi luoghi sin dall’età del bronzo. Infatti le genti che qui vissero all’incirca tra il 2000 a.C. e il 350 a.C. occuparono stabilmente questo territorio innalzando tombe simili a colline, i tumuli, e costruendo i castellieri, villaggi muniti di terrapieni, imponenti cinte difensive in terra, ghiaia e legno.
Quello di Savalons è uno dei pochi castellieri che conserva ancora quasi intatto il perimetro del terrapieno. Ben riconoscibile nelle opere cartografiche antiche e moderne, nelle foto aeree e satellitari per la forma perfettamente definita del vallo, che spicca tra la regolare divisione dei campi, questo castelliere è stato assunto dagli studiosi del passato e d’oggi come modello esemplificativo dei villaggi fortificati del Friuli.
Il vallo che un tempo delimitava il villaggio ha forma quadrangolare, lati lievemente arcuati orientati grosso modosecondo i punti cardinali e angoli smussati, un’altezza variabile tra i 2 m circa (lato meridionale) e i m 4,5 (lato occidentale). Il terrapieno è interrotto da tre varchi, in prossimità dei vertici Sud-Ovest e Sud-Est e al centro del lato Nord. Attraverso quest’ultimo passaggio e quello collocato a oriente doveva avvenire in epoca antica l’accesso all’area interna. A completamento del sistema difensivo, ai piedi del terrapieno, sia dentro che fuori il sito, correva un fossato.
Il villaggio di Savalons venne fondato verso la fine della media età del bronzo (XV-XIV secolo a.C. circa) per poi essere abbandonato all’inizio dell’età del ferro (IX-VIII secolo a.C.). Il primitivo terrapieno aveva lo scopo di difendere la popolazione, le case e il bestiame ma anche quello di rendere evidente in lontananza la presenza di un villaggio stabile che controllava le vie di comunicazione e le risorse del territorio circostante. Entrambe le finalità furono enfatizzate dai successivi potenziamenti. L’impatto che ebbe la costruzione del villaggio sul paesaggio fu notevole. Per innalzare il terrapieno e per eseguire i successivi lavori di ampliamento furono sbancati grandi quantitativi di terra e furono disboscate vaste aree destinate in seguito all’agricoltura e al pascolo.
L’area del villaggio ha un’estensione di circa tre ettari e si trova sullo stesso livello del piano di campagna esterno.
Esplorato nel 1981dalla Soprintendenza, nel 2003 il castelliere è stato oggetto di una campagna di indagini promossa dall’Università di Udine. Gli scavi svolti all’interno della cinta hanno consentito di verificare l’esistenza di resti di probabili abitazioni.
L’area del Castelliere è stata completamente acquisita dall’amministrazione comunale di Mereto di Tomba che ha dato corso a una serie di lavori di recupero e di valorizzazione di questo straordinario patrimonio storico rendendolo fruibile a tutti.
La rete di “cjaminadis” del comune di Mereto di Tomba
Sei percorsi che si intrecciano e attraversano tutto il territorio del comune di Mereto di Tomba e che di frazione in frazione ci raccontano storia cultura e bellezze naturalistiche di questo comune del medio Friuli. Grazie alla collaborazione tra amministrazione comunale e le realtà associative del territorio è stato dato vita al progetto “cjaminadis” con l’individuazione di 6 tracciati, uno per ogni frazione del comune, da poter percorrere a piedi ma anche in bicicletta. L’intento è stato quello di valorizzare il patrimonio culturale del territorio, riscoprendo in primis la toponomastica, stimolare e incentivare l’attività motoria, far conoscere, anche a chi arriva da fuori, le peculiarità naturalistiche, storiche, architettoniche e del paesaggio, infine tutelare e conservare il territorio aumentandone il suo valore residenziale. Si tratta di percorsi che si snodano per lo più su strade sterrate e solo in piccola parte su strade asfaltate. Hanno un livello di difficoltà basso e ogni percorso in media dura un paio di ore.
L’organizzazione dei vari percorsi è curata da una associazione del luogo che gestisce il percorso controllandone periodicamente la percorribilità e facendo la necessaria manutenzione.
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