“I soldati dimenticati di Campoformido”, il libro di Mauro Romanello riempie il Polifunzionale

Presentato a Campoformido il libro “I soldati dimenticati di Campoformido” di Mauro Romanello, tra memoria, arte e identità collettiva.

24 ottobre 2025 19:14
“I soldati dimenticati di Campoformido”, il libro di Mauro Romanello riempie il Polifunzionale -
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CAMPOFORMIDO – Una serata intensa, ricca di emozione e memoria collettiva, ha accompagnato la presentazione del volume “I soldati dimenticati di Campoformido” di Mauro Romanello, un’opera che riporta alla luce le storie dei giovani friulani travolti dalle grandi trasformazioni politiche e militari dell’Ottocento.

Un omaggio alla comunità e ai suoi giovani

«Questa pubblicazione rappresenta molto più di una ricerca storica: è un doveroso omaggio verso una comunità e verso quei ragazzi che vissero sulla propria pelle il cambiamento dei destini d’Europa», ha dichiarato Mauro Bordin, presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, durante la presentazione del volume.

L’evento, svoltosi a Campoformido, ha unito storia, arte e memoria in un appuntamento che ha saputo coinvolgere il pubblico in un viaggio tra ricordi e identità.

Una serata tra parole e immagini

La serata, introdotta da Chantal Rizzardi, vicepresidente dell’associazione Amici del Trattato, ha proposto un doppio appuntamento: da un lato, l’inaugurazione della mostra fotografica di Amerigo Cozzi, a cura dell’associazione Grandangolo, e dall’altro, la presentazione del libro di Romanello.
A portare i saluti istituzionali del Comune è stato il sindaco Massimiliano Petri, che ha ribadito l’importanza di preservare la memoria storica locale come parte integrante del patrimonio culturale della comunità.

I soldati senza patria e senza gloria

Attraverso registri parrocchiali, documenti d’archivio e testimonianze familiari, Romanello ha ricostruito le vicende di molti giovani di Campoformido, Bressa e Basaldella, costretti a cambiare uniforme più volte nel corso della vita: prima francesi, poi austriaci e infine italiani.
Storie di ragazzi che hanno servito più bandiere senza mai sentirsi davvero rappresentati, privati dell’onore e della gloria, ma non della dignità e del coraggio.

Il sottotitolo del volume riassume questo destino, raccontando con delicatezza la condizione di chi ha vissuto la guerra da protagonista silenzioso, tra speranze e sacrifici.

La memoria delle piccole comunità

«Il pregio di questa ricerca sta nel ribaltare la prospettiva: non la grande storia con la ‘S’ maiuscola, ma la storia quotidiana di chi partiva lasciando famiglie, campi e affetti», ha sottolineato Bordin, ricordando come «la memoria delle piccole comunità sia un patrimonio prezioso per comprendere le radici del presente».

Il lavoro di Romanello, arricchito dalle immagini evocative di Cozzi, diventa così un ponte tra passato e futuro, un invito a non dimenticare le vite ordinarie che hanno costruito la storia collettiva del Friuli.

Campoformido rinnova il valore della memoria

Con questa iniziativa, Campoformido conferma il proprio impegno nel custodire la memoria storica e nel trasmettere alle nuove generazioni il senso profondo delle proprie origini e identità.
Un progetto che unisce ricerca, arte e cultura in nome di un valore universale: quello della memoria condivisa, capace di dare voce anche ai soldati dimenticati, perché nessuna storia resti senza volto e senza parola.

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