"Il Guinzaglio", anteprima del nuovo libro di Irene Giurovich. Capire gli animali e capire noi stessi
Mercoledì 9 aprile, Biblioteca civica Joppi – ore 18. Incontro con l'autore e le associazioni a difesa degli animali
Udine – Capire gli animali d'affezione e capire noi stessi per una comprensione reciproca e una crescita interiore. Creare legami duraturi ed imparare a riconoscere la dignità anche quando i nostri amici si ammalano, invecchiano o presentano patologie invalidanti e croniche. Il leitmotiv del nuovo libro della giornalista e scrittrice Irene Giurovich è incentrato sulla relazione autentica che si instaura fra l'essere umano e i quattro zampe con cui si decide di intrecciare una parte del cammino. Il Guinzaglio (Narrazioni Clandestine, Santelli) è un racconto autobiografico, ma anche narrazione universale su situazioni di vita in cui molti potrebbero trovarsi assieme ai loro pet. L'anteprima del romanzo, disponibile nelle librerie a Pasqua, si terrà mercoledì 9 aprile nella Biblioteca civica Joppi, alle ore 18. A condurre l'evento la giornalista Elena Iuri insieme ai presidenti delle associazioni Enpa e Leidaa, rispettivamente Elena Riggi e Laura Citron, e alla terapeuta e formatrice olistica Salvatorica D'Anna. Saranno presenti anche alcuni esponenti dell'Ordine dei Veterinari e degli Psicologi.
Il Guinzaglio, ideale e atteso seguito del penultimo libro L'Ultimo Battito (2024, Santelli), si delinea come incipit di un percorso di comprensione dei parametri di una diversa concezione della qualità di vita e dei freddi criteri statistici. Il racconto, imperniato su attese, illusioni, disillusioni e scelte 'di confine' per la sopravvivenza, inframmezzato da varie voci di veterinari e da soliloqui, si inquadra in diversi spazi, sanitari e naturali: cliniche mediche del Friuli e del Veneto, mare, montagna (qui le Valli del Natisone con la località di Masseris e il monte Matajur tornano spesso come refrain spirituale), osservatori astronomici e nuove scoperte di come poter convivere anche senza un guinzaglio o magari con altri supporti, quali, ad esempio, una carrozzina a quattro ruote per aiutare i nostri amici. Il guinzaglio diventa una sorta di personificazione: crea un legame speciale, diventa simbolo di unione, speranza di riutilizzarlo un giorno quando il nostro quattro zampe starà meglio, ideale di aspirazione oppure supporto indispensabile per accompagnare la carrozzina...
“Fra queste pagine – anticipa la scrittrice – il lettore troverà la risposte alle domande lasciate aperte dalla testimonianza dell’orgoglioso Alfredo, il labrador nero ‘reporter’ protagonista del precedente romanzo, e del montenegrino Sparky, suo amico fino alla fine, simbolo di un riscatto e di una desiderio di vita condivisa al di là di ogni giudizio umano”. Il romanzo si sviluppa come viaggio metafisico nella mente degli animali e nel comportamento dell'uomo e riformula, in chiave moderna, alcuni degli insegnamenti del filosofo bioeticista e antispecista Peter Singer, autore di “Liberazione Animale”, e del padre della moderna etologia Konrad Lorenz.
L'autrice Giurovich offre una chiave interpretativa a chi vorrà accompagnarla in questo viaggio di lettura : “Vorrei che Il Guinzaglio assurgesse a insegnamento per la vita che si trasforma in volontà di non fermarsi, di non seguire i suggerimenti della massa, di non adeguarsi agli standard di una presunta qualità di vita che risponde esclusivamente ad asettici e neutri criteri di funzionamento efficientistico. La malattia e la disabilità non sono l’ultima parola. Si possono e si devono costruire molte parole e molte esperienze con e oltre la disabilità, un tema ancora poco trattato e spesso oggetto di preconcetti e semplificazioni”. Questo libro offre una prospettiva nuova infondendo barlumi di speranza e una dose di inevitabile temerarietà che si lega fortemente all’amore da conservare.
ESTRATTI DA IL GUINZAGLIO
(…) “Gli animali d’affezione sono protagonisti quotidiani e fondamentali delle vite di molte persone. La relazione che si instaura è spesso simbiotica, contraddistinta da intensi sentimenti di affetto, cura, amore, gioia. Ma, si sa, la sofferenza, che è il costo da pagare quando si ama, risulta tanto più elevata quanto più la salute del pet è messa a repentaglio da patologie” (...)
(…) “Ero convinta che la stessa storia di Sparky, randagio, salvato una volta e poi più e più volte grazie a una sequela di interventi, avrebbe potuto rappresentare una testimonianza concreta e diretta per sollecitare l’attenzione verso i cani abbandonati, come pure per alimentare la coessenziale dignità da riservare all’animale annche se anziano e anche se gravato da ostacoli fisici.
Disfarsi di un cane perché non è più giovane ed è affetto da problemi di salute è immorale. Qualcuno se ne disfa, anche perché non ha intenzione di spendere denaro per lui. «È solo un cane. Non posso di certo indebitarmi, ho già speso troppo…» Si sentono spesso persone accampare queste scuse…
Il mondo ha bisogno di storie vissute, vere, autentiche, per riscoprire lati umani celati, gli unici però capaci di rivoluzionare le menti assopite e assuefatte alla noncuranza e al disinteresse per le battaglie in nome dei diritti di chi non ha voce e aspetta per sé la nostra voce” (…)
“Avremmo dovuto transitare attraverso fasi più o meno positive e momenti più o meno funestati.
Sparky avrebbe imparato a convivere con la sua disabilità ormai connaturata. Avrebbe tentato di superarla sempre e di andare sempre un passo più in là.
Anche senza guinzaglio.
Per sentirsi un po’ come un tempo.
Quando le sue corse sembravano imitare quelle di una gazzella.
E i suoi salti in alto quelli di un canguro.
Non volevo chiedermi altro.
Né quanto sarebbe durato l’idillio, né quanti altri progressi sarebbe riuscito a compiere Sparky con la sua guerresca forza di volontà, né di quante altre osservazioni e di quante altre lacrime di San Lorenzo avremmo potuto bearci insieme nelle Valli del Natisone e sul Matajur. Mi auguravo per i successivi anni”.
(…) “L’amore vero per i nostri compagni di viaggio si manifesta quando decidiamo di aiutarli nelle loro debolezze: nella malattia e negli handicap. Perché anche questo compito rappresenta una sfida evolutiva ed è carico di insegnamento per il suo alto valore istruttivo. La scelta autentica che ci dovrebbe definire come esseri umani risiede nella nostra capacità di reagire a ciò che non abbiamo programmato eppure capita, anche ai nostri amici animali. Si tratta di una legge intesa come rapporto necessario che deriva dalla natura delle cose. Siamo noi a doverci riprogrammare e riproiettare quando i nostri amici vanno incontro alle degenerazioni dell’età e delle malattie” (...)
PROFILO AUTRICE
Irene Giurovich, laureata in Filosofia e in Scienze della Comunicazione Pubblica e Sociale, è scrittrice e giornalista. Ha pubblicato svariati libri, gli ultimi tre editi dalla casa editrice Santelli: Insegnante Precario Sfigato, L’Ultimo Battito, Il Guinzaglio.