Questa mattina, la sala Ajace di Udine è stata il palcoscenico di un evento che avrebbe dovuto gettare luce sul futuro del “Palasport 4.0”. La realtà, però, ha svelato un quadro ben diverso: un insieme di discorsi che più che rispondere, hanno sollevato interrogativi, specialmente sulla metodologia adottata dai relatori. Nonostante la presenza di figure di spicco come il presidente dell’Apu Alessandro Pedone, il deputato Walter Rizzetto, i presidenti della giunta regionale Massimiliano Fedriga e Mario Anzil, e il ministro dello sport Andrea Abodi, le domande sono rimaste inascoltate.
L’aspetto economico: una critica sostenuta
Il partito “Liberi Elettori-Io Amo Udine” non ha esitato a ribadire la sua posizione, già espressa durante la campagna elettorale, contro l’investimento di denaro pubblico in un progetto che sembra beneficiare pochi a discapito di molti. Si parla di un’operazione da 15 milioni di euro che solleva dubbi su una possibile economia creativa, dove gli interessi privati sembrano prendere il sopravvento.
Un modello alternativo da considerare
La proposta alternativa, già discussa in campagna elettorale, prende spunto dalla convenzione tra il Comune di Udine e l’Udinese Calcio per il nuovo stadio, che ha visto un investimento privato in cambio di una concessione a lungo termine. Una strada che si pone in netto contrasto con il modello di finanziamento pubblico-privato attualmente in discussione.
La voce dei cittadini Udinesi
In questo contesto, sembra che gli interessi della collettività udinese siano stati messi da parte. Le necessità dei cittadini, soprattutto quelle economiche e sociali, sembrano essere state trascurate in favore di un progetto che privilegia le esigenze di pochi.
La risposta politica e la strada del Referendum
Di fronte all’assenza di un dibattito aperto e democratico, il partito “Liberi Elettori-Io Amo Udine” si sta organizzando per promuovere un referendum cittadino sulla convenzione tra Comune e APU. L’obiettivo è chiaro: dare ai cittadini la possibilità di esprimersi su una scelta che distingua nettamente l’interesse generale da quello di un oligopolio.
La nascita del Comitato Referendario
Questa iniziativa ha già dato i suoi primi frutti con la costituzione del “Comitato referendario per il No al finanziamento pubblico del Palasport 4.0”. Un segnale che la politica di partecipazione e trasparenza, tanto richiesta dalla base cittadina, sta prendendo forma concretamente.
La situazione a Udine rappresenta un microcosmo di una questione più ampia che riguarda la gestione delle risorse pubbliche e la partecipazione democratica. Il dibattito sul Pala Carnera 4.0 non è solo una questione locale, ma un esempio emblematico delle dinamiche che possono presentarsi in qualsiasi comunità quando gli interessi privati incontrano il finanziamento pubblico.
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