“L’alleanza tra istituzioni migliora i servizi al cittadino, in ogni settore, così come in quello della salute. Le donazioni e la disponibilità di imprese e categorie alle aziende sanitarie, permette di rendere più forte il sistema sanitario regionale; conferma il profondo legame che unisce il pubblico con il privato e la grande generosità che anima la comunità del Friuli Venezia Giulia: dalla raccolta fondi dell’associazione, alla donazione di un macchinario per l’ozonoterapia consegnato all’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (AsuFc) questo pomeriggio da parte di Confindustria Udine”.
Lo ha sottolineato l’assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, intervenuto questo pomeriggio all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine in occasione della consegna di un macchinario indispensabile per la generazione dell’ozono. Ciò è stato reso possibile grazie a una donazione di Confindustria Udine, rappresentata oggi dalla presidente Anna Mareschi Danieli. Presenti anche il direttore generale dell’AsuFc, Denis Caporale, e il direttore della Clinica di malattie infettive di Udine, Carlo Tascini.
Nel ringraziare Confindustria Udine per il suo generoso gesto, Riccardi ha portato la memoria ai tempi della pandemia: “quando non c’era tempo e non avevamo conoscenze rispetto a questa sconosciuta infezione. Allora, ognuno secondo la sua capacità, esperienza e professionalità fu chiamato, di fatto obbligato, a fare scelte di responsabilità e a farle in tempi rapidi, con l’obiettivo di salvare il maggior numero di vite umane. Di quel periodo così drammatico ricordo l’impegno di tutto il personale sanitario, e la scelta dell’impiego dell’ozonoterapia da parte di Carlo Tascini e Amato De Monte, proprio nelle terapie intensive”.
Le vie di somministrazione dell’ozono in ambito medico sono diverse; la modalità più conosciuta e diffusa è la cosiddetta autoemoterapia o autoemotrasfusione che consiste nel miscelare una predeterminata quantità di sangue del paziente con una determinata quantità di ozono a una concentrazione stabilità, per poi essere ri-trasfuso al paziente. “Forti dell’incoraggiante esperienza maturata durante la prima ondata Covid nel trattamento di pazienti con polmonite da Sars-Cov2 attraverso l’autoemotrasfusione di sangue miscelato con ozono, in collaborazione col reparto di Anestesia e rianimazione, e supportati da letteratura scientifica, la Clinica di malattie infettive si è adoperata per rendere quest’opzione praticabile tra le proprie attività cliniche, con la creazione di un team medico-infermieristico dedicato” ha ricordato Riccardi.
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