Amnesty: «A Udine violati i diritti umani dei pro Pal». Piantedosi: «Pietoso rovesciare la verità»
Rapporto di Amnesty sugli scontri di Udine: uso di lacrimogeni, fermi contestati e reazioni politiche opposte.
UDINE — Il nuovo rapporto diffuso da Amnesty International sui fatti accaduti durante il corteo pro-Palestina del 14 ottobre continua a generare un acceso confronto politico, rilanciando il dibattito sull’operato delle forze dell’ordine nella gestione degli scontri avvenuti al termine della manifestazione.
Posizioni istituzionali
Nel documento dell’Ong emerge una ricostruzione severa dell’intervento, con riferimento a un impiego ritenuto eccessivo di lacrimogeni e alle modalità dei fermi eseguiti. In questo quadro si inserisce anche la replica del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha definito «per fortuna hanno visto tutti quello che è successo, trovo anche pietoso rovesciare in questo modo la verità, visto che ci sono stati dei facinorosi che, a prescindere dall’evento sportivo e dal sostegno alla causa palestinese, hanno approfittato come sempre dell’occasione per mettere in campo delle violenze».
Contenuti del rapporto
Secondo l’organizzazione, sei osservatori presenti lungo il percorso avrebbero registrato un utilizzo definito «massiccio e indiscriminato» di gas lacrimogeni, stimando circa 150 lanci. Le granate, secondo la ricostruzione, sarebbero state indirizzate anche verso gruppi che non stavano partecipando agli scontri. L’Ong contesta inoltre le procedure relative ai fermi e ai fogli di via, evidenziando che tredici persone sono state trattenute per diverse ore senza ricevere informazioni immediate sulle motivazioni e senza la possibilità di telefonare. Dieci di loro hanno ricevuto il divieto di ritorno in città per un anno.