Documenti e dipinti ecclesiastici ritrovati sul web tornano alla Diocesi di Udine

A Udine i Carabinieri TPC restituiscono centinaia di beni culturali ecclesiastici recuperati online dopo accurate indagini.

25 novembre 2025 10:39
Documenti e dipinti ecclesiastici ritrovati sul web tornano alla Diocesi di Udine -
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Nella giornata del 24 novembre 2025, i Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Udine, nella prestigiosa cornice del Museo Diocesano e Gallerie del Tiepolo di Udine, alla presenza del Direttore e del responsabile dell’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici, hanno consegnato all’Arcivescovo, Mons. Riccardo Lamba, centinaia di beni archivistici, un libro del 1902 e due dipinti antichi, tutti fuoriusciti in maniera illecita dalla proprietà ecclesiastica e la cui vendita era stata rintracciata, in diverse circostanze temporali, sui canali di vendita on-line.

 Il recupero di tutti i beni è stato determinato da una costante e precisa attività di monitoraggio del web da parte del Nucleo TPC di Udine, da indagini avviate tra il 2024 e il 2025 e coordinate dalle Procure della Repubblica di Udine e Trieste.

In particolar modo, una epistola del 1842, indirizzata all’Ordinariato Vescovile di Udine, è stata rinvenuta nella disponibilità di un appassionato collezionista triestino dopo che lo stesso aveva messo in vendita sul noto social network “Facebook” numerosi documenti manoscritti di pregio afferenti a più Enti pubblici, anche preunitari. La condivisione delle evidenze con la Procura giuliana e il successivo pronunciamento del locale Tribunale hanno permesso al bene archivistico di essere restituito al legittimo archivio di provenienza.

Due dipinti, un olio su tela raffigurante “il matrimonio mistico di Santa Caterina” e un piccolo olio su tavoletta a tema mariano, sono stati recuperati a seguito del decesso di un cittadino di Pozzuolo del Friuli (UD) che, nel corso della vita, aveva accumulato nella propria dimora, in maniera irregolare, un’ingente quantità di beni anche archeologici e paleontologici. Il loro “ritorno a casa”, in questo caso, è stato coordinato dalla Procura della Repubblica di Udine sulla scorta della loro plausibile provenienza da edifici di culto ricadenti nella giurisdizione dell’Arcidiocesi di Udine. Il patrimonio culturale di quei territori – si rammenta – è stato pesantemente martoriato, danneggiato e disperso oltre che in occasione dei due conflitti mondiali, anche dal tragico terremoto del 1976.

Alla stessa Autorità Giudiziaria udinese si deve anche il recupero dell’Enchiridion Parochorum del 1902, un testo a stampa redatto da Mons. Giovanni Maria Berengo – già Arcivescovo di Udine dal 1885 - vero e proprio “manuale” ovvero strumento pastorale. Il tomo, il quale recava vistosi timbri a umido (identici a quelli ancora in uso) e chiare note di possesso da parte della Curia Arcivescovile di Udine, era stato scovato dai Carabinieri TPC sull’e-commerce ove era stato pubblicizzato per la vendita, a un prezzo rilevante, da parte di un privato cittadino di Aquileia (UD) che, a sua volta, lo aveva rinvenuto nella nuova abitazione di residenza. Sebbene le responsabilità penali fossero decadute in considerazione della buona fede del soggetto, il tomo è tornato nella biblioteca alla quale appartiene e dalla quale era fuoriuscito con modalità ignote.

Un’ulteriore attività, coordinata dalla Procura di Udine, ha permesso di recuperare oltre 530 documenti archivistici di grande valore storico, risalenti al periodo compreso tra il XVIII e il XX secolo, che sono stati restituiti all’Arcidiocesi di Udine al termine di una complessa indagine condotta dal Nucleo Carabinieri TPC di Udine.

L’operazione, durata diversi mesi, ha portato al sequestro di oltre 2.600 beni culturali archivistici, di proprietà statale ed ecclesiastica, alcuni dei quali di eccezionale interesse storico-documentale, ma anche di un elevatissimo valore economico, a causa di alcuni rari francobolli o annulli postali. Assieme ai documenti, sono state sequestrate oltre mille monete romane e cinque anelli di epoca romana, beni culturali che dovranno essere restituiti alla Soprintendenza A.B.A.P. di Trieste.

Un’attività meticolosa di catalogazione e verifica, svolta in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica di Trieste, ha permesso di individuare i numerosi Enti proprietari e di disporre la restituzione del materiale storico recuperato.

L’attività dei Carabinieri TPC a beneficio dell’Arcidiocesi di Udine e, in maniera più estesa, dei beni culturali di natura ecclesiastica, evidenziano la vicinanza dell’Arma e della sua peculiare specialità nei confronti di tutto quel patrimonio che, oltre ad avere una definizione giuridica e una tutela specifica, assume anche tratti devozionali (come nel caso dei dipinti religiosi, ad esempio) o valore storico-documentale (come nel caso dell’epistola o del materiale archivistico).

Si rammenta che i beni culturali appartenenti alla Chiesa (nonché quelli relativi ad altre confessioni) sono considerati dalla normativa specifica di settore (il D.Lgs 42/2004 meglio noto come “Codice dei Beni Culturali e del paesaggio”), alla stregua di quelli statali ovvero di interesse pubblico.

Un libro proveniente da una biblioteca arcivescovile piuttosto che documentazione d’archivio sono preziose testimonianze di tempi lontani e ci offrono interessanti spaccati sociali del rapporto tra l’Arcidiocesi di Udine e la comunità di riferimento: preservarli è un dovere di tutti, non solo dei fedeli, al fine di tramandare queste testimonianze alle future generazioni.

I Carabinieri TPC, con l’ausilio degli Uffici per i Beni Culturali Ecclesiastici di cui dispone ogni Diocesi, hanno dimostrato che è possibile, anche a distanza di moltissimi anni, rintracciare e recuperare queste memorie storiche ripristinando la loro naturale collocazione e favorendo la loro ricontestualizzazione. Il tutto nell’auspicio di sensibilizzare sempre più la coscienza pubblica e far desistere il cittadino dal malcostume di acquistare o vendere beni che, per chiara natura e per i segni/timbri che recano, sono certamente riconducibili a un Ente o Archivio religioso e che non possono diventare un mero elemento d’arredo o parte di collezioni private senza titolo di proprietà.

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