UDINE/MILANO – Dopo “I turcs tal Friûl” di Elio De Capitani (era il 1997), un altro Pasolini varca i confini della Patria per arrivare fino a Milano. “Rosada!”, produzione del Teatri Stabil Furlan, realizzata in collaborazione con l’ARLeF – Agjenzie regjonâl pe lenghe furlane e Mittelfest2022, sarà infatti ospitato dal Teatro dell’Elfo, nel capoluogo meneghino, lunedì 22 gennaio, alle 20.30.
«Quella in programma a Milano è un’occasione particolarmente importante – ha ricordato il presidente del Teatri Stabil Furlan, Lorenzo Zanon –. Speriamo la prima di molte. Uno dei mandati che Tsf ha ricevuto al momento della sua fondazione è proprio quello di produrre e proporre iniziative teatrali di alto livello, capaci di garantire la possibilità d’essere proposte al di fuori dei confini regionali. Fino a oggi ciò è accaduto solo in qualche rara eccezione. Ma dal canto nostro riteniamo che anche questo sia un modo per valorizzare la nostra lingua e cultura, pertanto crediamo che la direzione giusta sia stata presa. Anche in futuro continueremo a lavorare per costruire nuove vie».
Il direttore artistico di Tsf, Massimo Somaglino, ha invece voluto «ringraziare personalmente Elio De Capitani per la fiducia e disponibilità, che testimonia ancora una volta (semmai ce ne fosse bisogno) il suo grande affetto per questa terra e per questa lingua. Quando siamo a Milano a lavorare su qualche progetto dell’Elfo ogni tanto gli “scappa” qualche parola in friulano, che Elio capisce e ricorda alla perfezione. È una delle prime uscite del Teatri Stabil Furlan dai confini regionali, nonostante la sua giovane età, e per ora la più importante».
ROSADA – Lo spettacolo – firmato nella drammaturgia e nella regia da Gioia Battista, con la consulenza linguistica di Flavio Santi – attraverso le “Poesie a Casarsa”, opera d’esordio di Pier Paolo Pasolini, cerca di indagare il legame intrinseco che c’è tra la parola e la sua necessità di essere tramandata, scritta, ricordata. Allo stesso tempo cerca di ragionare sui confini tra la terra e la lingua, tra il senso di appartenenza e di estraneità, tra mondo contadino e intellettuale. Pasolini è friulano di cuore ma non di nascita. Ama il Friuli e la sua lingua, con la sua intrinseca musicalità, tanto da volerne risvegliare i sensi e tramandare i significati. Ecco allora che la parola “rosada”, sentita in lontananza nel cortile di casa Colussi (casa del ramo materno del poeta) in una mattinata di sole, lo spinge a cimentarsi nelle prime poesie, affinché i versi incarnino quei suoni, amati e in pericolo di estinzione. «È un onore poter accompagnare Rosada! a Milano, al Teatro dell’Elfo – ha ricordato la regista e drammaturga, Gioia Battista -. Un obiettivo importante soprattutto per uno spettacolo che parla anche friulano e con il quale abbiamo cercato di portare le poesie in marilenghe di Pasolini, alla comprensione di un pubblico che friulano non è. Lo abbiamo fatto cercando di mantenere una stretta connessione con la lingua e in particolare con la sua musicalità. Ecco allora che in questa pièce la parola si trasforma in musica, e diventa canzone, poi suono per ritornare all’origine».
LO SPETTACOLO – Sul palcoscenico Nicola Ciaffoni, non friulano come Pasolini, ma anch’egli innamorato di questa lingua, cercherà di creare un ponte fra il passato e il presente, scandagliando nelle “Poesie a Casarsa” il futuro del Friuli. Nella sua testa le parole diventeranno musica, mentre la voce di Elsa Martin gli suggerirà melodie e ritmi che frammenteranno la lingua alla ricerca del suo senso più profondo. Con loro un ospite d’eccezione, anch’egli figlio di una terra, la Sardegna, dove si parla una lingua minoritaria: Paolo Fresu, amico del Friuli (che molto ha frequentato nelle sue scorribande artistiche, da Tarvisio No Borders a Cavalicco – ospite di Artesuono di Stefano Amerio), che improvviserà con la sua magica tromba sui tappeti sonori appositamente realizzati dal compositore Giulio Ragno Favero, e che in duo con Elsa, trasformerà dal vivo i suoni e le suggestioni di questo mondo poetico. Un piccolo cameo (la radiocronaca di una immaginaria partita Pasolini – Resto del mondo) è realizzato dall’inconfondibile voce di un altro friulano doc: Bruno Pizzul.
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