FORGARIA NEL FRIULI – Straordinari avvistamenti nella Riserva naturale regionale del lago di Cornino
Stanno accadendo eventi straordinari nelle ultime settimane nella Riserva naturale regionale del lago di Cornino, confermando la sua importanza come punto di riferimento internazionale per la conservazione dei grandi rapaci. Le recenti riprese delle telecamere del sito protetto hanno documentato la presenza di due esemplari eccezionali: un avvoltoio monaco, tra i più rari d’Europa, e un capovaccaio subadulto, considerato il rapace più a rischio del continente. Leggi anche: Rarissimo avvistamento alla Riserva naturale di Cornino
Un avvoltoio monaco tra i grifoni: un evento rarissimo
Il protagonista assoluto dell’avvistamento è stato un maestoso avvoltoio monaco che, in un quadro quasi cinematografico, è stato ripreso mentre si nutriva accanto a circa 200 grifoni. Questa specie, estinta in Italia da tempo, è oggi presente in Europa solo in alcune aree grazie a progetti di reintroduzione. La presenza a Cornino di un individuo con anello identificativo KEH, proveniente dalla Provenza e nato nel 2024, ha permesso di documentare un collegamento diretto con i programmi attivi in Francia e Bulgaria.


Come ha spiegato il direttore scientifico della Riserva, Fulvio Genero, “Cornino sta attirando sempre più spesso individui provenienti da molto lontano, grazie alla forte attrazione esercitata dalla colonia stabile di grifoni. In passato, sono già stati registrati circa 15 avvistamenti di avvoltoi monaci, molti dei quali marcati e dunque tracciabili nei loro spostamenti migratori”.


Capovaccaio a Cornino: simbolo di una conservazione efficace
Oltre all’avvoltoio monaco, è stato osservato anche un capovaccaio, altro raro veleggiatore del cielo. In Italia la popolazione è ridotta a una decina di coppie e la presenza del giovane individuo privo di marcature non consente di definirne con esattezza la provenienza. Tuttavia, non è la prima volta che questo affascinante rapace fa tappa a Cornino: oltre 20 gli avvistamenti registrati nel tempo, due dei quali avevano permesso di risalire a esemplari provenienti da Francia e Spagna.


Questa nuova comparsa conferma il ruolo chiave della Riserva nel panorama europeo della tutela degli avvoltoi, come sottolineano con entusiasmo anche Luca Sicuro, presidente della Cooperativa Pavees, che gestisce il sito, e Luigino Ingrassi, vicesindaco di Forgaria con delega alla Riserva: “È l’ennesima dimostrazione del valore scientifico e conservazionistico del Progetto Grifone. Cornino non è più solo un luogo di osservazione: è un polo di richiamo e studio a livello internazionale”.
Prospettive europee e italiane per il ritorno dei grandi rapaci
In Francia, la reintroduzione dell’avvoltoio monaco è iniziata negli anni Novanta e oggi conta oltre 50 coppie tra il Massiccio Centrale e la Provenza. Altre attività di reinserimento sono in corso in Spagna, Portogallo e Bulgaria, mentre in Italia si stanno valutando progetti analoghi per l’Abruzzo e la Sardegna, dove l’habitat è ancora potenzialmente adatto.
Il caso Cornino dimostra che anche aree non storicamente frequentate dai grandi rapaci possono, grazie a progetti ben gestiti e stabili nel tempo, diventare luoghi di transito e permanenza. Un risultato ottenuto in anni di monitoraggio continuo, alimentazione
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