Un’indagine innovativa condotta dall’Università di Udine ha dimostrato per la prima volta come l’invecchiamento in salute incida sulle capacità di espressione verbale e sulle funzioni cognitive correlate, come la velocità del discorso, le competenze lessicali, grammaticali e fonologiche. Lo studio ha coinvolto un campione di 256 adulti sani con età compresa tra i 20 e i 92 anni, evidenziando che l’età di 75 anni rappresenti una soglia critica oltre la quale si osservano cambiamenti significativi nelle abilità comunicative e cognitive.
Declino cognitivo e difficoltà comunicative
I risultati hanno mostrato una stretta correlazione tra il declino della memoria di lavoro, dell’attenzione e del controllo inibitorio e le difficoltà riscontrate nella produzione del discorso. L’avanzare dell’età è associato a una riduzione nella capacità di formulare parole in modo corretto, costruire frasi complete e collegare i contenuti in modo coerente, compromettendo la comprensibilità e l’efficacia della comunicazione.
Dettagli sullo studio e metodologia
Lo studio, pubblicato sulla rivista internazionale Discourse processes, rientra nei Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale (PRIN) finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Il team del Laboratorio di neuroscienze cognitive ha analizzato il discorso narrativo degli adulti italiani, suddividendoli in quattro fasce d’età: giovani (20-39), adulti di mezza età (40-59), adulti maturi (60-74) e anziani (75-92).
Implicazioni e prospettive future
I risultati offrono nuove prospettive per interventi clinici volti a sostenere la comunicazione negli anziani, migliorando la qualità della vita e l’integrazione sociale. Lo studio fornisce una base solida per futuri studi sulle dinamiche del linguaggio e della cognizione in età avanzata.


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