Importante ricerca condotta dall’Università di Udine sull’orso bruno e i cambiamenti climatici
UDINE – Un nuovo, rilevante studio europeo, guidato dall’Università di Udine insieme ad altri 75 enti scientifici di 26 Paesi, ha analizzato come l’orso bruno abbia adattato la sua distribuzione in risposta ai cambiamenti climatici e alle interazioni con altre specie, offrendo nuove prospettive per la conservazione della biodiversità.



Un progetto internazionale per capire dove vivrà l’orso
Grazie alla collaborazione di 87 ricercatori e alla raccolta di oltre tre milioni di dati GPS su circa 3000 orsi, la ricerca ha esaminato la presenza dell’orso bruno in diversi ambienti europei e turchi. Tra gli individui monitorati ci sono anche gli otto orsi seguiti dall’Università di Udine nelle Alpi nord orientali e dinariche. Il lavoro, pubblicato su “Global Change Biology”, è stato coordinato per l’Ateneo friulano dal gruppo sulla Gestione e conservazione della fauna, diretto da Stefano Filacorda con la collaborazione di Lorenzo Frangini.


Cambiamento climatico e relazioni tra specie: cosa cambia per l’orso
La ricerca mostra come la distribuzione dell’orso bruno sia influenzata dalla disponibilità di cibo e dalla presenza di altre specie nella catena alimentare. Con i cambiamenti climatici, l’orso si sposta verso altitudini più elevate o poli, seguendo le condizioni favorevoli alla sopravvivenza. Nei territori meridionali, come i Balcani o la Turchia, il riscaldamento globale e la carenza di cibo potrebbero ridurre le aree abitate dall’orso, aumentando il rischio di conflitti con gli esseri umani.




L’orso come indicatore della salute degli ecosistemi
L’indagine esamina le relazioni trofiche tra le specie, rivelando come la dieta dell’orso varia in base all’ambiente: più vegetariana nelle regioni calde (Pirenei, Grecia, Turchia), più carnivora in quelle fredde (Norvegia, Svezia, Finlandia). Nelle Alpi nord orientali e in Friuli Venezia Giulia, con una popolazione stimata di 5-10 individui, la dieta è principalmente vegetariana, tranne casi di predazione su animali domestici. La presenza dell’orso, legata a risorse come ghiande e faggiole o a ungulati selvatici, sottolinea l’importanza di proteggere gli ecosistemi essenziali per la sua sopravvivenza.


Il ruolo delle interazioni ecologiche e delle strategie di conservazione
La ricerca evidenzia che non solo i fattori climatici diretti (temperatura, precipitazioni), ma anche le interazioni tra specie (chi mangia cosa e dove) plasmano la presenza dell’orso sul territorio. Comprendere meglio queste dinamiche consente di sviluppare strategie di conservazione più efficaci, utili anche per altre specie meno adattabili o con esigenze ambientali più specifiche.


“Per preservare le specie, dobbiamo proteggere gli ecosistemi che le sostengono”, sottolinea il professor Filacorda, mettendo in evidenza il ruolo cruciale dell’orso nella biodiversità delle foreste, anche attraverso la dispersione dei semi.


Servizi ecosistemici e impatti globali
Rimani sempre aggiornato in tempo reale, iscriviti ai nostri canali Whatsapp e Telegram. Per segnalazioni 327 94 39 574