TOLMEZZO. Una triste notizia ha scosso la città di Tolmezzo, dove un imprenditore molto amato e conosciuto, Elia Bano, è scomparso a causa di un malore improvviso.
Martedì pomeriggio, mentre stava facendo delle commissioni con sua moglie Gabriella, Elia è crollato a terra in un’azienda della zona industriale. Nonostante i soccorsi immediati, non è stato possibile salvarlo.
Elia aveva 76 anni ed era un panettiere di fama in zona. Il mestiere lo aveva imparato dal padre Ferdinando, originario del Veneto, che nel 1956 aveva fondato una vera e propria dinastia del pane e della pasticceria a Tolmezzo.
Elia era stato il solo, insieme al fratello Gianni, tra i dieci figli di Ferdinando ad occuparsi della panificazione. Nel forno di viale Aldo Moro creava le sue specialità, e si era distinto per il suo spirito innovatore: era stato il primo a creare il pane con i fichi, le noci o la zucca e aveva inventato anche il pane a metro, lungo un metro e mezzo, che era molto popolare tra i clienti.
Elia aveva ereditato la passione per il pane dal padre, e aveva continuato l’attività di famiglia, gestendo tre negozi di proprietà della famiglia Bano a Tolmezzo, due dei quali portano il suo nome.
Elia era anche un grande appassionato di sport, in particolare di calcio, e aveva giocato come calciatore nella Pro Tolmezzo e allenato molte squadre del campionato carnico. Il sito ufficiale del campionato carnico lo ha ricordato con profondo affetto: ecco di seguito la loro nota.
È scomparso improvvisamente nel pomeriggio di ieri all’età di 76 anni Elia Bano, personaggio da sempre legato al calcio carnico e non solo. Già, il calcio, la sua grande passione, trasmessa poi anche ai figli. Ha militato nelle due squadre della sua Tolmezzo, la Pro e la Virtus, rivestendo il ruolo di punta: di lui si diceva che era il classico centravanti, figlio del calcio della sua epoca. Pochi fronzoli, tanta sostanza e tantissima generosità, la stessa che ha saputo dimostrare, nel tempo, quando da artigiano (nel settore della panificazione) non ha fatto mai mancare il suo sostegno, il suo aiuto alle varie associazioni del territorio. Altre esperienze calcistiche lo hanno portato a Treppo Grande e poi, nell’ultimo scorcio di carriera a Illegio e Timau, squadre che, una volta cessata l’attività agonistca, ha anche allenato, in forza di quei legami e valore che per lui andavano oltre al terreno di gioco. Ha inoltre guidato anche il Cavazzo.
Una puntata anche nel mondo amatoriale, con il Bar Corrado, della quale è stato una delle colonne. Possiamo dire che ha chiuso alla grande la propria avventura nel calcio quando nel 2003, era dirigente di quel Tolmezzo Carnia che a Masi Torello conquistò il titolo di campione d’Italia juniores. Elia Bano, a destra, alla festa per il titolo italiano juniores del Tolmezzo «Una persona buona, generosa e di grande compagnia». Lo ricorda così Leandro Benacchio, uno dei tanti amici che Elia si era fatto da queste parti. E Benacchio ci racconta anche un particolare sconosciuto ai più: «Elia ed il pallone erano una cosa sola. Lui iniziava le sue giornate sfogliando la Gazzetta e sarebbe stato ore a parlare di calcio. Aveva un sogno, Elia: mi ha confessato più volte che gli sarebbe piaciuto diventare dirigente di un club professionistico, per vedere come funzionava davvero il grande calcio, scoprire insomma quello che i giornali non raccontano». L’ultimo saluto a Elia Bano potrà essere dato venerdì 20 gennaio alle ore 10 nel Duomo di Tolmezzo. Alla moglie Gabriella e ai figli Gabriele e Raffaele crediamo possa andare il grande abbraccio di tutta la Carnia del pallone.
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