Tolmezzo, i risultati di “Silver in Alps”: l'allenamento cognitivo da remoto giova a 8 anziani su 10

A Tolmezzo i risultati del progetto Silver in Alps: allenamento cognitivo da remoto per gli anziani della Carnia, 8 su 10 migliorano.

29 ottobre 2025 16:35
Tolmezzo, i risultati di “Silver in Alps”: l'allenamento cognitivo da remoto giova a 8 anziani su 10 -
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TOLMEZZO (UD) – Unire innovazione digitale e innovazione sociale può davvero fare la differenza nel migliorare la qualità della vita della popolazione anziana che vive nelle aree montane. Lo dimostrano i risultati del progetto “Silver in Alps”, presentati a Tolmezzo nella Sala Conferenze del Centro Servizi Museali, al termine dell’Open Talk “Innovazione sociale e digitale per la qualità della vita nella montagna che invecchia”.

Promosso dalla Cooperativa sociale Cramars e realizzato in partnership con Optimens S.r.l. – sb, il progetto ha coinvolto 65 over 70enni residenti in 9 Comuni della Carnia, dove il 31,8% della popolazione ha più di 65 anni. Sostenuto da risorse del PNRR – NextGenerationEU, nell’ambito del consorzio iNEST, il programma si proponeva di agire sul benessere cognitivo della popolazione anziana attraverso un training cognitivo da remoto, effettuato per via telefonica da operatori formati.

Un modello innovativo per la montagna che invecchia

Durante l’estate 2025, gli esercizi di allenamento cognitivo hanno permesso ai partecipanti di svolgere attività mirate al rafforzamento della memoria, dell’attenzione e delle funzioni esecutive, fondamentali per mantenere autonomia e qualità della vita. I risultati sono stati sorprendenti: 8 partecipanti su 10 hanno mostrato un incremento significativo dell’efficienza cognitiva globale, con miglioramenti evidenti nella memoria a lungo termine e nella flessibilità mentale.

Anche sul piano attentivo e linguistico, 7 su 10 hanno mantenuto o migliorato le proprie prestazioni, dimostrando che l’uso di strumenti digitali accessibili e una relazione empatica con l’operatore possono rappresentare un nuovo modello di cura e prevenzione del decadimento cognitivo.

I dati del progetto e le valutazioni

Come spiegato da Ludovica de Giovanni per Optimens S.r.l. – sb, i risultati sono stati elaborati attraverso una duplice valutazione: una oggettiva, basata su test cognitivi pre e post percorso (T0 e T1), e una soggettiva, che ha raccolto le percezioni dei partecipanti su autoefficacia, tono dell’umore e benessere complessivo.

Il confronto tra i due test ha permesso di misurare con precisione i progressi nei diversi domini cognitivi: memoria, linguaggio, attenzione e funzioni esecutive. Parallelamente, i questionari di autovalutazione hanno evidenziato un miglioramento della percezione di efficienza mentale, un aumento del benessere emotivo e una maggiore motivazione a continuare l’esperienza.

Il 90% dei partecipanti ha riferito di aver tratto benefici concreti dal percorso, sottolineando non solo un miglioramento nella prontezza mentale, ma anche una crescita del senso di autoefficacia e della relazione umana instaurata con le operatrici.

Ricerca, territorio e comunità

Durante l’evento, condotto dalla giornalista Alessandra Ceschia del Messaggero Veneto, si è discusso del tema della longevità in montagna grazie ai contributi di Anna Zenarolla dell’Università di Trieste, Laura Pagani del gruppo Active Ageing dell’Università di Udine, Olga Puccioni (CEO di Optimens) e Annalisa Bonfiglioli, vicepresidente di Cramars.

A seguire, nella fase di restituzione dei risultati, sono intervenuti Adelia Candotti per la Comunità di montagna della Carnia, Paola Dario per il Servizio sociale dei Comuni della Carnia, Daniele Cortolezzis (Project Manager UniBZ per INEST), Ludovica de Giovanni (Optimens) e Raffaella Petris (Cramars).

Le conclusioni: una strategia vincente per le terre alte

Nelle conclusioni, Stefania Marcoccio, presidente della Cooperativa sociale Cramars, ha evidenziato come l’integrazione tra innovazione tecnologica e innovazione sociale rappresenti una strategia vincente per promuovere salute, autonomia e qualità della vita nelle terre alte.

«Il valore aggiunto di Silver in Alps – ha sottolineato – è la sua genesi territoriale: un progetto nato dal territorio per il territorio, che ha costruito relazioni umane autentiche grazie alla collaborazione tra ricerca scientifica e istituzioni locali. Ogni partecipante è stato protagonista attivo del proprio percorso di allenamento cognitivo, contribuendo a un processo di trasformazione verso comunità più autonome e consapevoli».

Con i suoi risultati positivi e replicabili, “Silver in Alps” si conferma un modello pionieristico di innovazione per la montagna, capace di unire scienza, tecnologia e solidarietà in un’unica direzione: quella del benessere cognitivo e sociale delle persone anziane.

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