Operazione ‘verso nord’: sequestrati 327 uccelli da richiamo, 9 persone denunciate per traffico illegale

Traffico illecito di fauna selvatica: 9 indagati e sequestri nelle province di Udine, Vicenza e Rovigo

28 luglio 2025 17:23
Operazione ‘verso nord’: sequestrati 327 uccelli da richiamo, 9 persone denunciate per traffico illegale -
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UDINEVICENZA - ROVIGO - Un’operazione investigativa complessa e duratura ha portato alla luce un presunto traffico illegale di uccelli da richiamo, che si sarebbe sviluppato tra le regioni del Friuli Venezia Giulia e del Veneto.

L’azione, denominata ‘verso nord’, è stata condotta dai Carabinieri Forestali del Nucleo CITES di Trieste e dal Corpo Forestale Regionale, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Udine.

9 persone denunciate per commercio illecito di fauna selvatica

Nel corso dell’inchiesta sono state denunciate 9 persone residenti nelle province di Udine, Vicenza e Rovigo, sospettate di aver partecipato a vario titolo a un sistema organizzato per la cattura, alterazione e vendita di esemplari di avifauna migratoria. I reati contestati includono furto aggravato ai danni dello Stato, contraffazione di sigilli, reati venatori e commercio illegale di fauna protetta.

Secondo l’ipotesi accusatoria, gli indagati catturavano uccelli in natura durante le migrazioni, per poi cercare di “regolarizzarli” apponendo anelli contraffatti o modificati.

Sequestrati 327 esemplari e attrezzature per la cattura

Le perquisizioni, effettuate in diverse abitazioni e capanni tra Friuli e Veneto, hanno portato al sequestro di 327 uccelli detenuti illegalmente, attrezzi artigianali per l’alterazione degli anelli, richiami acustici vietati, trappole con vischio, e reti di cattura attivate. In alcuni casi, i militari hanno trovato veri e propri impianti di cattura attrezzati con sistemi sofisticati, come reti antigrandine, molle, carrucole e sistemi di sgancio rapido.

Gli animali venivano poi spostati in strutture secondarie, dove avveniva la contraffazione dei segni identificativi, simulando una nascita in cattività. Questa attività consentiva di rivendere gli esemplari anche a 400 euro l’uno, realizzando così un giro d’affari di migliaia di euro.

Un allevatore della provincia di Udine, ritenuto il perno del sistema, monitorava i ruoli ben definiti di ciascuno: uno si occupava della cattura illegale degli uccelli, l’altro della loro falsa regolarizzazione. A coadiuvarli un terzo soggetto, anch’esso denunciato, con funzioni di supporto logistico e gestione degli animali.

Lesioni agli animali per falsificarne la provenienza

Gli uccelli sequestrati presentavano non solo i segni tipici della cattura con le reti, ma anche ferite dovute all’applicazione forzata degli anelli identificativi, talvolta con l'uso di strumenti artigianali dotati di fori calibrati.

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