Impellente emergenza a Udine – Le precipitazioni abbondanti che hanno colpito recentemente diverse zone del Friuli Venezia Giulia, in particolare nel territorio udinese, hanno messo a dura prova la rete idraulica locale. Nonostante ciò, grazie agli interventi di protezione idrogeologica pianificati da tempo, è stato possibile limitare i danni più gravi. Questa è la conclusione del sopralluogo effettuato oggi dall’assessore regionale alla Protezione civile, Riccardo Riccardi.
Criticità riscontrate nei comuni colpiti
I comuni colpiti dalle avverse condizioni meteo includono Ragogna, Magnano in Riviera, Artegna e Tavagnacco, dove sono state individuate diverse problematiche lungo i corsi d’acqua e le infrastrutture. In particolare, a Magnano in Riviera si è verificato un restringimento di un tombotto lungo la Pontebbana, con il rischio imminente di allagamento su una strada ad alto traffico. È già stato predisposto un intervento urgente per ripristinare la sicurezza.
Pericoli per gli argini e la viabilità
Ad Artegna è stato necessario potenziare l’argine di un canale per contenere il flusso d’acqua, mentre a Ragogna si è verificata una piccola frana lungo la strada, fortunatamente quasi del tutto rimossa. Gli operatori della Protezione civile hanno lavorato incessantemente durante la notte per gestire la situazione e prevenire ulteriori danni.
Fondi per la messa in sicurezza
Nel prossimo aggiornamento di bilancio, previsto tra circa dieci giorni, sono stati stanziati oltre 25 milioni di euro per garantire la sicurezza del territorio, la prevenzione e il ripristino in caso di calamità. La Regione intende proseguire su questa strada di intervento strategico e tempestivo, con l’obiettivo di affrontare in modo efficace le sempre più frequenti situazioni di emergenza.
Gestione delle precipitazioni estreme
Gli esperti evidenziano come il problema principale sia legato alla natura sempre più estrema delle piogge, che colpiscono aree ristrette con portate straordinarie. Questo mette sotto pressione le infrastrutture esistenti, non progettate per sostenere simili volumi d’acqua. Diventa quindi essenziale ridisegnare l’intera gestione delle acque e intensificare le attività di manutenzione e prevenzione, con una visione orientata all’adattamento climatico.
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