Il settore della carpenteria industriale italiana: dati e statistiche nell'epoca dei dazi

La carpenteria metallica italiana cresce grazie a PNRR e domanda interna, nonostante dazi USA e rincari dell’acciaio.

27 settembre 2025 14:56
Il settore della carpenteria industriale italiana: dati e statistiche nell'epoca dei dazi -
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Il settore della carpenteria metallica pesante in Italia occupa una posizione strategica tra l’industria siderurgica e il mondo delle costruzioni. Si tratta dell’insieme di aziende specializzate nella progettazione e realizzazione di strutture metalliche di grandi dimensioni: capannoni industriali, telai in acciaio per edifici civili, ponti, infrastrutture e componenti per impianti energetici.

Questo comparto, formato in gran parte da imprese medio-piccole altamente specializzate, fornisce elementi strutturali chiave per l’edilizia e l’impiantistica industriale. Negli ultimi anni la carpenteria industriale italiana ha attraversato una fase di espansione, spinta anche dagli investimenti infrastrutturali nazionali, ma ha dovuto fronteggiare le sfide poste dallo scenario internazionale dei dazi commerciali.

Dati di mercato e trend recenti

Dopo un periodo di relativa stagnazione nella metà degli anni 2010, il mercato italiano delle costruzioni metalliche ha ripreso a crescere in modo significativo. Nel 2021 il fatturato del settore ha registrato un balzo di circa +25% rispetto all’anno precedente, recuperando la flessione del 2020 legata alla crisi pandemica. Questa crescita è proseguita nel 2022 (+9% circa) e nel 2023 (+6–7%), portando il valore complessivo annuo intorno ai 3 miliardi di euro. Si tratta di un livello mai raggiunto prima, che indica come la domanda complessiva di lavorazioni afferenti alla carpenteria metallica pesante sia in piena ripresa.

A trainare il trend sono stati soprattutto i progetti di edilizia non residenziale e le opere pubbliche: l’avvio di cantieri finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e altri investimenti infrastrutturali hanno incrementato la richiesta di strutture in acciaio per capannoni, ponti e viadotti. Secondo le analisi di settore, gli ordinativi verso le carpenterie si sono mantenuti solidi anche nel corso del 2024, con una crescita assestatasi attorno al +6% annuo, segnale di un mercato in fase di consolidamento positivo.

Va evidenziato che l’accelerazione del 2021–2022 è avvenuta in un contesto di forti rincari delle materie prime. Il prezzo dell’acciaio, principale input per la carpenteria pesante, è aumentato sensibilmente in quegli anni, erodendo parte dei margini delle imprese. Si stima che nel 2022 l’inflazione dei materiali abbia assorbito circa un 2–3% della crescita del settore.

Nonostante ciò, molte aziende hanno beneficiato dell’elevata domanda interna, riuscendo a trasferire parte dei maggiori costi nei prezzi finali e mantenendo i bilanci in attivo. Il ritorno su vendite medio (ROS) delle carpenterie è rimasto intorno al 4–5%, in linea con gli anni pre-crisi, a riprova di una buona resilienza operativa.

L'epoca dei dazi e l'impatto sulle esportazioni

A partire dal 2018 lo scenario del commercio internazionale dell’acciaio è cambiato con l’introduzione di dazi doganali straordinari da parte degli Stati Uniti. Tali tariffe aggiuntive, inizialmente pari al 25% su molti prodotti siderurgici, sono state ulteriormente inasprite fino al 50% nel 2025. Per i produttori italiani di carpenteria industriale questo ha significato una perdita di competitività sul mercato nordamericano e la necessità di riorientare le vendite verso altri sbocchi. In effetti, tra il 2018 e il 2024 le esportazioni italiane di prodotti in acciaio verso gli USA sono crollate in volume, passando da circa 700.000 a 289.000 tonnellate. Di conseguenza l’Italia è scesa dal 7° al 15° posto tra i fornitori di acciaio degli Stati Uniti, mentre le imprese del settore hanno incrementato la presenza su mercati alternativi (Europa, Nord Africa, Medio Oriente) per compensare la contrazione oltreoceano.

Nel contesto europeo, parallelamente ai dazi USA, sono state introdotte misure di salvaguardia sull’acciaio importato da Paesi extra-UE, al fine di evitare squilibri di mercato dovuti al dirottamento dei flussi commerciali. Tali quote e limiti all’import, se da un lato hanno protetto il mercato interno da un eccesso di offerta a basso costo, dall’altro hanno contribuito a mantenere elevati i prezzi delle materie prime metalliche per i trasformatori italiani. Di conseguenza, le aziende di carpenteria pesante si sono trovate a operare con costi di approvvigionamento in crescita e maggiore volatilità nei tempi di consegna delle forniture.

Nonostante queste criticità legate all’“epoca dei dazi”, il settore ha mostrato capacità di adattamento. Molte imprese hanno puntato su segmenti a maggior valore aggiunto e sulla qualità, anziché competere solo sul prezzo della materia prima. La diversificazione dei mercati di sbocco è diventata fondamentale: l'export verso Paesi dell’Unione Europea e verso mercati emergenti (come Medio Oriente e Sud America) ha guadagnato peso relativo nel portafoglio ordini di diverse aziende italiane, compensando almeno in parte la flessione in Nord America. Inoltre, la robusta domanda interna – sostenuta dagli investimenti pubblici – ha attutito l’impatto negativo delle barriere commerciali, garantendo commesse costanti alle carpenterie nazionali.

Di seguito è riportata una sintesi dell’andamento delle esportazioni italiane di acciaio verso gli Stati Uniti, emblematico degli effetti delle politiche daziarie su questo comparto:

Anno

Export italiano di prodotti in acciaio verso USA

2018

700.000 tonnellate

2024

289.000 tonnellate

Come si osserva, nel giro di pochi anni le vendite verso gli Stati Uniti si sono più che dimezzate. Ciò ha indotto le imprese del settore a ridisegnare le proprie strategie, cercando efficienze produttive e nuovi mercati. Non a caso, l’associazione di categoria evidenzia come l’export complessivo del comparto fonderia-metallurgia (che include la carpenteria metallica) abbia mantenuto una “vocazione naturale” intorno al 40% dei volumi, spostando il baricentro dall’America ad altre regioni.

Allo stesso tempo, sul fronte interno, i finanziamenti del PNRR e la ripresa dell’edilizia privata hanno continuato a generare domanda, permettendo al settore di crescere nonostante le difficoltà sul fronte internazionale.

Prospettive e conclusioni

Nel complesso, la carpenteria industriale italiana sta affrontando con successo le sfide poste dall’era dei dazi e dalla volatilità dei mercati globali. Le statistiche recenti mostrano un settore in espansione, sostenuto dalla solida domanda interna e dalla capacità delle imprese di adattarsi. Le previsioni indicano per il biennio 2024–2025 un ulteriore, seppur moderato, incremento del giro d’affari (+6% annuo circa). Molto dipenderà dall’andamento dei costi delle materie prime e dall’evoluzione delle tensioni commerciali internazionali. Un eventuale allentamento dei dazi o accordi commerciali più favorevoli potrebbe ridare fiato all’export oltreoceano, mentre nuovi irrigidimenti delle barriere doganali rappresenterebbero un rischio al ribasso.

D’altro canto, la spinta proveniente dalle grandi opere pubbliche (si pensi agli investimenti in infrastrutture e costruzioni finanziati dal NextGenerationEU) continuerà a offrire opportunità alle imprese di carpenteria pesante. Innovazione tecnologica, automazione nella fabbricazione e certificazioni di qualità sono leve su cui le aziende italiane del settore stanno puntando per rafforzare la propria competitività.

I dati e le statistiche confermano che la carpenteria industriale italiana è riuscita finora a crescere nonostante le difficoltà: l’auspicio per il futuro è che un contesto commerciale più stabile, libero da guerre tariffarie, consenta a questo importante comparto industriale di esprimere appieno il proprio potenziale sul mercato globale

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