«Quest’anno niente panettone»: la storia di Noemi e di una pensione che non basta più

Udine, la testimonianza di Noemi, 74 anni: pensione minima, spese sanitarie e un Natale senza panettone per riuscire a curarsi.

18 dicembre 2025 12:21
«Quest’anno niente panettone»: la storia di Noemi e di una pensione che non basta più -
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UDINE – «Quest’anno il panettone non lo compro». Noemi lo dice con voce ferma, senza rabbia né rassegnazione. È una frase semplice, quasi banale, ma racchiude una realtà che pesa come un macigno. Noemi ha 74 anni, vive a Udine e percepisce una pensione di circa 600 euro al mese. Una cifra che, nel 2025, non basta più nemmeno per coprire le spese essenziali. Figuriamoci per concedersi un simbolo delle feste. Ascoltandola durante l’incontro con un redattore di Nordest24, avvenuto nella nostra sede dove Noemi si è presentata spontaneamente, a colpire più di tutto è il suo modo di parlare: calmo, misurato, profondamente dignitoso, senza alcuna traccia di lamento o rabbia. «Non sto chiedendo niente a nessuno – precisa subito – racconto solo come stanno le cose».

Noemi ha lavorato per anni, una vita come tante. «Non mi sono mai sentita ricca – racconta – ma non mi è mai mancato il necessario». Oggi, invece, ogni spesa è una decisione da ponderare. Le bollette, l’affitto, il cibo: tutto aumenta, mentre la pensione resta la stessa. «Quando arriva il bonifico – spiega – so già che quei soldi non mi porteranno fino a fine mese. Devo fare delle scelte. E spesso sono scelte dolorose».

La voce di Noemi si fa più seria quando parla di salute. Negli ultimi anni ha sviluppato diversi problemi che richiedono controlli frequenti, visite specialistiche e terapie continuative. «Il sistema pubblico – racconta – non sempre riesce a garantire tempi rapidi. E quando stai male non puoi aspettare». Così, come accade a molti anziani, Noemi è costretta a rivolgersi al privato. «Una visita oggi, un esame domani. Ogni volta sono soldi che se ne vanno». Spese che non possono essere rimandate, perché riguardano il benessere, la possibilità di vivere con un minimo di autonomia. «Ci sono mesi in cui devo scegliere se comprare un farmaco o pagare qualcos’altro – confida – e questo, alla mia età, fa paura».

In questo contesto arriva il Natale. Per molti è un periodo di abbondanza, per altri è il momento in cui le difficoltà diventano più evidenti. «Quando entri al supermercato – dice Noemi – vedi scaffali pieni, offerte, dolci ovunque. E ti rendi conto che non tutto è per tutti». Il panettone? Da quanto ci riferisce è per lei un’abitudine, un piccolo piacere che ha sempre accompagnato le feste. «Quest’anno ho deciso di rinunciarci – spiega – perché quei soldi mi servono per una visita che devo fare». Non c’è rabbia nelle sue parole, solo consapevolezza. «La salute viene prima di tutto. Il resto può aspettare».

Noemi vive sola. Non si lamenta, non chiede aiuto, non si espone. «Non mi piace pesare sugli altri – dice – e so che tante persone stanno peggio di me». Ma questa frase, ripetuta spesso dagli anziani, racconta anche un’altra verità: quella di una povertà silenziosa, che non fa notizia e non scende in piazza. «A volte – confessa – la cosa più dura non è la mancanza di soldi, ma il sentirsi invisibili». Nessuno vede le rinunce quotidiane, le notti passate a fare conti, la paura di una spesa imprevista. Seicento euro al mese significano sopravvivere, non vivere. «Non posso programmare nulla – spiega – nemmeno una piccola spesa futura». Ogni mese è una nuova sfida, ogni imprevisto un rischio.

Noemi non parla solo per sé. «So di non essere l’unica – sottolinea – conosco tante persone della mia età che vivono la stessa situazione». Pensionati che hanno lavorato una vita e che oggi si trovano a dover rinunciare anche alle cose più semplici. Durante l’intervista, emerge con forza un concetto: la dignità. Noemi non vuole pietà, non cerca compassione. «Vorrei solo che queste storie venissero ascoltate – dice – perché esistono davvero». Il Natale, per lei, sarà fatto di semplicità. Nessun pranzo elaborato, nessun dolce tradizionale. «Mi basta stare in salute – conclude – e riuscire a pagare quello che devo. Il resto passa in secondo piano». La storia di Noemi è una fotografia nitida di una realtà sempre più diffusa. Un Paese che invecchia, pensioni che non tengono il passo con il costo della vita, una sanità che spesso costringe a mettere mano al portafoglio. Se ci seguite lo raccontiamo ogni giorno tra le nostre notizie su questo sito web. E in mezzo, persone che continuano a vivere con forza, rispetto e silenzio.

Un Natale senza panettone può sembrare una rinuncia piccola. Ma per Noemi è il segno di qualcosa di più grande: una scelta obbligata, fatta per poter continuare a curarsi. Una scelta che racconta molto più di quanto sembri. Abbiamo proposto a Noemi di raccontarsi in video, ma scherzosamente e sorridendo ci ha risposto: «tornerò dopo essere andata dalla parrucchiera, quindi mai».

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