Revocata la parità scolastica al “Volta” di Udine, Putto: «Situazione critica, la Regione intervenga»

Revocata la parità scolastica all’Istituto Volta di Udine. Putto chiede l’intervento della Regione per garantire continuità agli studenti.

23 settembre 2025 11:06
Revocata la parità scolastica al “Volta” di Udine, Putto: «Situazione critica, la Regione intervenga» -
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UDINE – La revoca della parità scolastica all’Istituto “Volta” di Udine, comunicata alle famiglie soltanto il 16 settembre, a lezioni già avviate, ha generato una situazione di forte incertezza per studenti, genitori e personale. A denunciarlo è il consigliere regionale del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, Marco Putto, che ha depositato un’interrogazione per chiedere un’azione concreta da parte della Giunta.

La revoca comunicata a lezioni già iniziate

Secondo quanto riferito dal consigliere, il decreto ministeriale che dispone la revoca della parità risale al 29 agosto, ma la comunicazione ufficiale alle famiglie è arrivata soltanto a settembre inoltrato, quando ormai l’anno scolastico era partito. «Studenti e genitori avevano già completato le iscrizioni, acquistato libri e sostenuto spese, in diversi casi anche per l’alloggio» sottolinea Putto, ricordando che la situazione risulta particolarmente grave per le classi quinte, con studenti che rischiano di non poter completare il proprio percorso all’interno dell’istituto frequentato.

Difficoltà nei trasferimenti e impatto sul personale

Il nodo principale riguarda la possibilità di trasferimento in altre scuole: «Non tutti gli indirizzi presenti al “Volta” trovano corrispondenza sul territorio, e questo rende complicata una ricollocazione adeguata», spiega Putto. A ciò si aggiunge il problema occupazionale: «Il personale docente e non docente si trova ora in bilico, con prospettive di stabilità fortemente compromesse».

La richiesta di proroga per salvaguardare la continuità

Per questi motivi, l’esponente civico ha chiesto alla Regione di intervenire presso il ministero per ottenere una proroga dell’efficacia del decreto almeno per l’anno scolastico 2025/2026. «È necessario garantire agli studenti la continuità didattica e la possibilità di conseguire un titolo di studio valido» afferma Putto.

L’appello alla Regione

Il consigliere conclude evidenziando che, pur trattandosi di una decisione ministeriale, anche la Regione ha un ruolo fondamentale: «Non può limitarsi a osservare. È suo dovere tutelare il diritto allo studio, la serenità delle famiglie e la stabilità del personale scolastico. Confido in una presa di posizione immediata della Giunta».

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