Tre personalità simbolo del talento friulano
MANZANO (UDINE) – Si è tenuta all’Abbazia di Rosazzo di Manzano la ventunesima edizione del Premio Friuli, un evento che celebra annualmente l’eccellenza friulana in vari settori della società. Il riconoscimento, creato dall’Unione Nazionale Cavalieri d’Italia – sezione di Udine, ha premiato tre figure di spicco che si sono distinte a livello nazionale e internazionale: Tommaso Cerno, Silvio Nadalin e Lucio Zamò.
Tommaso Cerno, giornalismo tra verità e impegno civile
In un contesto solenne, ricco di emozioni e partecipazione istituzionale, il Premio Friuli 2025 è stato consegnato a tre protagonisti che rappresentano l’eccellenza nei rispettivi campi: giornalismo, medicina e imprenditoria. A conferire i riconoscimenti è stato Carlo Del Vecchio, grand’ufficiale e presidente dell’UNCI Udine, che ha sottolineato l’obiettivo dell’iniziativa: valorizzare chi, anche operando lontano, mantiene salde le proprie radici friulane.
Silvio Nadalin, eccellenza friulana nella chirurgia internazionale
Tommaso Cerno, nato a Udine nel 1975, è stato premiato per il suo contributo giornalistico e culturale. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Trieste, ha iniziato la carriera al Messaggero Veneto, passando poi a l’Espresso, dove si è distinto con inchieste su diritti civili e attualità. Ha diretto testate importanti come l’Espresso e Il Tempo, è stato anche senatore della Repubblica e co-autore di proposte di legge su temi etici e sociali.
Lucio Zamò, imprenditore visionario e promotore sociale
Il professor Silvio Nadalin, nato a Milano nel 1966 ma da famiglia friulana, è uno dei massimi esperti mondiali in chirurgia epatobiliare e dei trapianti. Dopo la laurea con lode a Milano, ha proseguito la sua formazione in Germania, ricoprendo ruoli di rilievo in cliniche universitarie di Hannover, Essen e Tubingen.
Attualmente professore a Tubingen, Nadalin è autore di oltre 275 pubblicazioni scientifiche, membro attivo di comitati internazionali e segretario del Board ELITA, la rete europea per i trapianti di fegato e intestino. La sua carriera è un perfetto esempio di come la formazione friulana possa generare figure di riferimento nella medicina mondiale. Tra i suoi tanti meriti, l’aver operato migliaia di interventi complessi e aver formato generazioni di chirurghi.
Una cerimonia sentita e ricca di significato
Per il settore imprenditoriale, il riconoscimento è stato conferito a Lucio Zamò, nato a Udine nel 1953, fondatore di Linea Fabbrica nel 1978. L’azienda, specializzata in sedute per ufficio e comunità, è oggi presente in oltre 60 Paesi con una produzione annua di mezzo milione di sedie.
Grazie a innovazione, qualità e una forte vocazione internazionale, Linea Fabbrica ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti come l’Archiproducts Design Award e l’IzeDesign Award, con prodotti esposti al MoMA di New York. Parallelamente, Zamò si è distinto per il suo impegno civico e sociale, ricoprendo incarichi istituzionali a Manzano e sostenendo realtà associative sul territorio. Per il suo contributo umano, nel 2018 ha ricevuto anche il Premio Internazionale Giovanni Paolo II.
La cerimonia si è svolta nella splendida cornice dell’Abbazia di Rosazzo, preceduta da una celebrazione religiosa guidata da Don Pasquale Didonna della Marina Militare di Taranto e accompagnata dal coro Don Alcide Venuti. Numerose le autorità presenti, espressione di una comunità che si riconosce nei valori rappresentati dai premiati.
Il Premio Friuli, patrocinato da istituzioni come il Consiglio regionale Fvg, Confindustria Udine, la Camera di Commercio di Pordenone e Udine, e altre realtà locali, continua a essere un punto di riferimento per chi crede nel valore del merito e dell’identità territoriale. Come ha affermato il presidente Del Vecchio, il premio intende rendere omaggio a chi, pur lavorando in contesti globali, continua a dare lustro al Friuli, come accade nei campi del giornalismo, della medicina e dell’impresa.
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