PORDENONE – SPILIMBERGO: Omaggio ad Ado Furlan attraverso un ciclo di eventi espositivi
Un ciclo di eventi espositivi tra maggio e novembre 2025 rende omaggio ad Ado Furlan, figura emblematica della scultura italiana del Novecento. A 120 anni dalla nascita, la sua eredità artistica viene restituita al grande pubblico attraverso un articolato progetto curato dalla Fondazione Ado Furlan, con il sostegno della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e in collaborazione con i Comuni di Pordenone e Spilimbergo.
Tre mostre per raccontare un artista e il suo tempo
Il percorso espositivo “1905-2025 Ado Furlan scultore tra Pordenone e Spilimbergo” si compone di tre mostre distinte, ma complementari, ciascuna pensata per illuminare aspetti diversi della vita e della produzione dell’artista.
- Lo scultore e gli amici del Nord-Est (31 maggio – 12 luglio, Casa Furlan a Pordenone) presenta dipinti e disegni di artisti con cui Furlan ebbe un dialogo fecondo. Tra questi spiccano Eugenio Polesello, Giovanni Giuliani e Anzil. Un’occasione per contestualizzare la figura dello scultore all’interno di una vivace rete artistica interregionale.
- Una famiglia, una casa, una strada (4 ottobre – 15 novembre, sempre a Casa Furlan) ricostruisce le vicende della famiglia Furlan e della dimora storica in via Mazzini, dove Ado visse per decenni. La mostra rappresenta anche una riflessione sulle trasformazioni urbane e sociali della città.
- Le sculture ultime (27 settembre – 16 novembre, Palazzo Tadea a Spilimbergo) è il cuore pulsante del progetto. Per la prima volta in Friuli, saranno esposte le ultime opere a cui lo scultore lavorava prima della morte, in gran parte nudi femminili dal lirismo intimo, affiancati da scatti inediti realizzati da Italo Zannier nel suo studio.
Un artista tra tradizione e innovazione
Formatosi all’Accademia di Venezia, Furlan fu interprete di un linguaggio plastico in bilico tra classicità e modernità. Attivo in campo monumentale e funerario, partecipò a eventi artistici di rilievo nazionale come la V Triennale di Milano (1933) e la II Quadriennale romana (1935), ottenendo anche riconoscimenti da parte della monarchia, come l’acquisto del Pescatorello da parte di Vittorio Emanuele III.
Negli anni tra le due guerre, operò nei grandi cantieri del regime fascista sotto la direzione di Luigi Moretti, con opere destinate al Foro Mussolini e all’E42. A Roma intrecciò legami con esponenti della seconda Scuola romana, come Pericle Fazzini e Angelo Savelli.
Spilimbergo, nuova patria creativa
Negli anni ’60, Furlan si trasferì a Spilimbergo, dove la vitalità culturale locale e una mostra antologica curata da Italo Zannier nel 1968 lo spinsero a riprendere l’attività creativa. Oggi quegli stessi spazi ospitano “Percorsi nella scultura italiana”, un’esposizione permanente che include anche opere di Furlan e colleghi come Giò Pomodoro, Pietro Cascella, Giuseppe Uncini.
Valorizzazione e memoria come bene comune
La Fondazione Ado Furlan, attiva dal 1992 e riconosciuta dalla Regione dal 2004, ha come obiettivo la diffusione della conoscenza dell’opera dell’artista e della scultura italiana in generale. Negli anni ha promosso mostre, convegni, pubblicazioni e progetti in collaborazione con enti come l’Università di Udine.
“Furlan – sottolinea l’Assessore regionale Mario Anzil – rappresenta una delle figure cardine della nostra cultura novecentesca. Le iniziative del 2025, oltre a valorizzare il suo contributo artistico, rafforzano il senso di identità culturale e aprono prospettive future”.
Un intreccio di linguaggi e territori
Le mostre non sono solo un tributo all’artista, ma un invito a riscoprire un’epoca e un territorio, in cui arti visive, musica e architettura si fondevano in un comune sentire. Non a caso, le celebrazioni si chiuderanno il 16 novembre con un concerto del pianista Alessandro Del Gobbo, a testimoniare la poliedricità di Furlan, artista colto e sensibile anche alla musica.
Il programma 1905-2025 è reso possibile dalla sinergia tra la Fondazione, la Regione, i Comuni coinvolti e partner come il CRAF di Spilimbergo e l’Istituto d’Istruzione Superiore Il Tagliamento. Un gioco di squadra che restituisce a Furlan il posto che merita nel pantheon della scultura italiana del XX secolo.
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