In un cono d’ombra. Viene definita così la situazione in cui si trova oggi il gioco pubblico in Italia. A dirlo è una fonte autorevole come il Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, Roberto Alesse in occasione degli Stati Generali.
Un cono d’ombra che arriva da una situazione di stallo, ovvero da una frammentazione regionale del gioco a livello legislativo, che ormai si protrae da troppo tempo. Urgono le riforme, insomma, soprattutto quelle che serviranno a sanare alcuni potenziali punti negativi che bloccano di fatto lo sviluppo di un settore sempre più importante per l’economia italiana.
12 miliardi all’Erario e 150 mila posti di lavoro, ma serve una nuova visione normativa
Per capire il suo ruolo possiamo dare qualche numero: il gioco pubblico ha garantito all’Erario dello Stato entrate per oltre 12 miliardi di euro, offrendo retribuzione a 150 mila professionisti, sparsi in 65 mila aziende sul territorio nazionale.
Numeri che stonano però con un contesto normativo che, seppure virtuoso, necessita di ritocchi e di aggiornamenti. L’impianto legislativo del gambling italiano è infatti uno dei migliori nel panorama europeo ma ha bisogno di un nuovo posizionamento agli occhi della politica e degli steckholder istituzionali. L’Italian Gaming Expo & Conference, andata in scena a Roma lo scorso aprile, è stata infatti la manifestazione che ha sottolineato l’importanza del gambling in Italia e ha contributo a fare il punto sulle necessità del comparto e delle possibili nuove modifiche regolamentari. Nodo della questione è stato il gioco fisico, quello che garantisce il maggior gettito erariale. Quello che, però, viene posticipato costantemente in agenda.
Le richieste del direttore Alesse (ADM)
«Porre fine ad una legislazione eccessivamente diversificata significa in concreto rimuovere uno dei maggiori ostacoli all’elaborazione dei bandi di gara per la concessione del gioco pubblico su rete fisica – ha spiegato il Direttore Generale di ADM – con evidenti benefici in termini di stabilità del settore, dando un maggior livello di certezza gli operatori che vorranno investire nel medio e nel lungo periodo».
Omogeneità normativa, ma non solo. La riforma del gioco fisico deve partire da due questioni: il primo è quello che riguarda il contrasto al gioco illegale, il secondo invece guarda alla tutela dei giocatori. Senza dimenticare poi la questione della tecnologia e dell’Intelligenza Artificiale, un valido alleato ma anche una sfida da saper cogliere. Per farlo, però, servono le riforme. E quelle ancora tardano ad arrivare.
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